La ripresa dopo la guerra
Dopo 5 anni di interruzione a causa del primo conflitto mondiale nell’ottobre del 1919 ricomincia ufficialmente il Campionato di Calcio italiano. La guerra non solo aveva impedito di giocare ma si era portata via anche numerosi calciatori, alcuni dei quali erano periti al fronte. Il calcio che stava rinascendo aveva tra i suoi club di spicco le squadre di Milano, Torino e Genova, oltre a quelle del cosiddetto “quadrilatero” (Alessandria, Novara, Casale e Vercelli, quest’ultima vincitrice di ben 7 scudetti in quegli anni con la celebre Pro). È in questo clima di incertezza permeato però da un desiderio di rinascita, dopo uno dei periodi più tristi della storia del Paese, che si presentò ai nastri di partenza anche il Football Club Internazionale.
La squadra nerazzurra presieduta dall’imprenditore Giorgio Hülss, vantava in rosa campioni del calibro di Ermanno Aebi, Piero Campelli e i 5 fratelli Cevenini. Il club milanese superò agevolmente le selezioni lombarde (all’epoca non era ancora stata introdotta l’attuale formula a girone unico) concludendo il girone regionale al primo posto. La squadra riuscì a primeggiare poi in un secondo girone di ferro, contro club di tutto rispetto quali Juventus e Genoa, quest’ultima già vincitrice di ben 7 titoli. In finale l’Internazionale incontrerà il Livorno, in una partita destinata a rimanere nella storia del calcio italiano oltre che interista.
Finale rocambolesca
Il 20 giugno 1920 si disputò quindi l’incontro più atteso dell’anno. La sede prescelta per ospitare il match fu Bologna. L’essere uno fra i centri portuali più importanti in Europa nel primo dopoguerra, aveva consentito a Livorno di accogliere numerosi giovani inglesi, molti dei quali si dimostrarono abili calciatori e costituirono l’ossatura della squadra amaranto. La partita che andò in scena capoluogo emiliano fu a dir poco rocambolesca. Partito subito forte il Football Club Internazionale andò tre volte a segno nei primi 45 minuti. Sembrava tutto facile, tutto fin troppo scontato per la squadra meneghina.
La ripresa fu però un’altra storia. Gli amaranto entrarono in campo con una maggiore determinazione e complice anche l’infortunio dell’interista Viganò, realizzarono due gol nei minuti finali. All’ultimo giro di orologio il Livorno sfiorò addirittura il clamoroso pareggio. Quando il signor Bertazzoni fischiò tre volte però, il cielo bolognese si tinse di nerazzurro e l’Inter venne incoronata per la seconda volta della sua storia Campione d’Italia.