Carletto Mazzone nel cuore: i ricordi di Coppola, Esposito e Petruzzi VIDEO

Un vuoto incolmabile quello che ha lasciato la scomparsa di Carlo Mazzone nel cuore di tutti noi: Massimiliano Esposito, Maurizio Coppola e Fabio Petruzzi lo hanno ricordato ai microfoni di Footballnews24

Lorenzo Gulino A cura di Lorenzo Gulino
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Carlé dicce che è no scherzo perché qui nun ce credemo. Carlé facce senti ancora na vorta qua parlata che t’ha sempre contraddistinto. Qui nessuno lo pò accettà, nessuno lo vole accettà. Te ne sei annato all’improvviso senza manco salutà e la cosa che fa più male è che, co te, te sei portato via quanto rimaneva de quer calcio onesto, fatto de gioie e de dolori, de core e de passione, ma soprattutto do regnava sovrana a sincerità che sto monno nun c’ha più. Allora dicce Carlé, dicce quello che dovemo fà pe riportà er calcio a quel suo antico splendore, quello ar quale lo avevi elevato te.

Carlo Mazzone, Ascoli e Roma ti piangono

Se oggi pensassimo a questo sport ci verrebbe in mente tutto, fuorché sincerità e schiettezza. In un mondo in cui i soldi comandano su ogni cosa, si è spento quell’ultimo faro, quell’ultima stella fatta di valori e genuinità: Carlo Mazzone. Non un semplice allenatore, ma una persona che, ovunque abbia messo piede, ha lasciato un segno indelebile, un tratto distintivo che nessuno ha mai dato.

Chiedete in quel di Ascoli, se ne avete l’occasione. Cercate di trarre da chi ama questi colori cosa Mazzone ha rappresentato e cosa ha fatto vivere. Non è semplice da spiegare, eppure, l’immaginazione vi ci può portare. Chiudete gli occhi e pensate a cosa si prova nel partire dalla Serie C ed approdare in Serie A, ottenendo anche la salvezza. Sembra utopia, ma Carletto ci è riuscito.

Chiedete alla Capitale cosa pensa quando sente il suo nome. La sua città, i suoi colori…il suo tutto. Roma e la Roma hanno tanti difetti, ma sanno riconoscere le persone di cuore e le portano dentro per sempre. Così è successo con Mazzone. “Sensi mi ha dato la possibilità di allenare la Roma…la Roma. Solamente per come lo dico…adesso me pò capì Ranieri perché un giorno gli dissi una frase importante…Non andare in giro a dire che sei allenatore se non hai salito i gradini dell’Olimpico”.

Maurizio Coppola, ex Cagliari ricorda Mazzone

La romanità fatta in carne ed ossa e che ha voluto ricordare anche Maurizio Coppola, ex calciatore del Cagliari, ai nostri microfoni: “Oggi è un giorno molto triste per il calcio italiano perché viene a mancare quella persona che da romanista ci ha fatto gioire. Mi mancherà tanto anche se non mi ha mai allenato. Ciao Carletto rimarrai sempre nei nostri cuori”.

Perché, allora, bisogna parlare di trofei, di soldi, quando c’è tutto questo. La vera essenza del calcio che è passata, e passa, attraverso una persona che ha dato tutta se stessa per lo sport che amava più di ogni altra cosa. La genuinità di un uomo che si è fatto conoscere e apprezzare così com’era, per il suo essere diretto, a volte fin troppo, ma che è sempre rimasto umile, nonostante potesse parlare più di molti altri.

Chiedete a Totti che lo ha vissuto come un secondo padre, un mentore dal quale trarre insegnamento. Certo è che la schiettezza, nel bene e nel male, è sempre stata al primo posto per Mazzone. Lo ricorderà sicuramente Amedeo Carboni con il quale il Sor Magara ha avuto un simpatico siparietto in una gara a Cagliari. “Ao, e allora ‘ndo cazzo vai? Torna subito in difesa”, questa l’esclamazione di Carlo per far capire al suo calciatore che si stava spingendo troppo in avanti.

Carlo Mazzone @Twitter
Carlo Mazzone @Twitter

Provate anche solo a sentire l’emozione di Fabio Petruzzi che, ai nostri microfoni, ha voluto sottolineare ciò che Mazzone gli ha lasciato. “Mi ha dato tutto. Mi ha fatto crescere calcisticamente perché mi ha fatto tirare fuori quella cosa che avevo dentro che fino a 23-24 anni non avevo tirato fuori. Lui mi ha fatto capire che se volevo rimanere tra i grandi dovevo cambiare atteggiamento e non smetterò mai di ringraziarlo”.

Certo i ricordi sono tanti, ma ce ne sarà sempre uno che ci lega in maniera indissolubile ad una persona. “Ricordo quel posticipo serale Roma-Cagliari, il 22 ottobre, quando mi ha dato per la prima volta la maglia giallorossa. Lui aveva questo modo, diceva la formazione e dava la maglietta e per me fu quello l’esordio vero da titolare. Mi disse: ‘Guarda regazzì che io non faccio il lattaro, se io te dò sta maglia è perché ce poi sta’”, queste le parole di Petruzzi.

Un’emozione unica che vede il giovane Fabio giocare al fianco di “mostri sacri” come Giannini, Aldair, Totti e Fonseca. Ed è allora in quel momento che la persona e la personalità di Mazzone fanno la differenza. “Da quel momento tra noi è nata una stima infinita. Il mio unico rammarico, in tanti anni che sono stato con lui, è stato quello di non avergli mai detto quanto lo stimassi, quanto gli volessi bene. Io però credo, mi auguro e sento che lui l’abbia sempre saputo. Mazzone mancherà a tutti, ti voglio bene mister”.

Carlé, ma ti ricordi Cagliari e Brescia?

Fate un giro a Cagliari e tra i tifosi del Cagliari che ne hanno da raccontare su Mazzone. Basta pensare all’emozione del pubblico nel vedere la propria squadra in Coppa Uefa. “Sono felice di aver dato alla Uefa questa gente di Cagliari e della Sardegna perché è gente eccezionale”, queste le parole di Carletto. L’emozione, la grande atmosfera e la consapevolezza di aver fatto un qualcosa di immenso che sembrava utopia, provate a realizzarlo se ci riuscite.

Ed è allora qui, lungo questa linea, che prende vita e forma un filo impercettibile che collega il cuore dei tifosi a quello del Sor Magara. Un uomo con la U maiuscola che non si è mai limitato a dare idee di gioco, bensì che ha lasciato in quel pallone vecchio e logoro una parte di sé e del suo modo di essere.

Mazzone
Mazzone, Luca Carnevale

Chiedete a Brescia che ancora ricorda la corsa verso la curva dell’Atalanta. “Se famo il terzo vengo la sotto”, dice Mazzone ai tifosi della Dea. Il gol arriva puntuale e poi il resto è storia: “C’è Mazzone che parte non lo fermano più”. Allora corri Carlé, corri, perché tutti ti vogliamo ricordare così per come eri, per la tua esuberanza, per la tua schiettezza, per il tuo essere te.

Lo ha raccontato anche Massimiliano Esposito, ai nostri microfoni, che lo ha vissuto in due parentesi della sua carriera: Perugia e Brescia. “Mazzone per il calcio è stato tutto: sincerità, lealtà e voglia di rivalsa. A me ha lasciato tantissimo, lo porto come esempio anche quando alleno. Ho un aneddoto simpatico del mister di quando eravamo a Perugia…nacque la mia prima figlia, eravamo in ritiro, e mi ha dato il permesso di andare ad assistere alla nascita. Al mio ritorno quando gli ho detto che l’avevo chiamata Giorgia mi disse: ‘Ao se vede proprio che sei laziale'”.

Ma adesso, seppur sia difficile da digerire, si è chiuso un ciclo. Un ciclo di un uomo che ha dato tanto allo sport che, oggigiorno, seguiamo ed amiamo in ogni sua piccola sfaccettatura. Non si può tornare indietro, ma bisogna solamente guardare avanti e ringraziare chi, come Mazzone, ha reso migliore il gioco del calcio. Grazie de tutto Carlé ed insegna agli angeli ad aizzà le curve come solo te sai fà.

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