Nuovi riflettori puntati sullo scandalo scommesse che avvolge in queste settimane la Serie A. Fabrizio Corona, divenuto forzatamente protagonista della vicenda per intromissione nelle cronache legate alla stessa, è tornato a far parlare di sé anche nelle ultime ore. Dopo l’ospitata nel programma RAI Avanti Popolo, in onda sulla terza rete, l’ex re dei paparazzi si è detto vittima di censura. In particolare, non sarebbero state mandate in onda tracce audio nelle quali volti noti del nostro campionato discutevano di puntate.
Corona ed Instagram, è sfogo
Presto chiarito il punto di vista di Corona, affidando il proprio pensiero irritato, in seguito all’accaduto, ad un post sul proprio profilo Instagram. Questi non si è limitato, come più volte negli anni, a riportare il fatto in sé, proseguendo dicendosi dispiaciuto per i fruitori del servizio e “preso per il …“, chiarendo come la sua partecipazione alla trasmissione sia stata un errore, rilanciando poi la pubblicazione di nuove anticipazioni alle prossime ore, su canali, ad oggi, indefiniti.
Striscia la Notizia, è toto-nomi
A condire la vicenda del post-RAI, o a gettare ulteriore benzina sull’incendio nazionale della settimana, ci ha poi pensato l’intervento di Striscia la Notizia, a diretto contatto con lo stesso Corona. In occasione della consegna del consueto Tapiro d’Oro, infatti, l’uomo del momento non ha perso la ghiotta occasione di livellare verso l’alto il tasso d’attesa per nuovi aggiornamenti, contornando l’intervento di stoccate dirette ed incisive.
“Avevamo prove dirette, un audio clamoroso nel quale Zalewski [O Zaniolo come da post Instagram?] e altri calciatori famosi mentre palleggiano parlano di scommesse e puntate, puoi non mandarlo in onda? Evidentemente, ha chiamato qualcuno in diretta…“, ha esordito in punta di fioretto Corona.
Il proseguo è poi riservato al trovare improvviso di un canale tramite il quale diffondere notizie: “Tiro fuori El Shaarawy, Casale, che ha litigato con l’Under 21, è inguaiato fino al collo. Poi Gatti, di cui ha parlato Fagioli, ma te ne potrei fare trenta di nomi“. Il toto-scommettitore prosegue trovando, ad oggi inspiegabilmente, particolare eco tra i diretti interessati della Capitale. Binario parallelo è poi quello dell’intricato rebus matematico generante il numero di calciatori coinvolti: dagli iniziali 50 la cifra è rapidamente scesa a 10, salvo ora ritrovare vigore verso i 30.
La chiusa in assoluta eleganza è poi riservata, in una cornice d’ironia che francamente si addice alla questione date le modalità, al quadro della Nazionale: “Perché non sei andato a dare il Tapiro a Spalletti che con metà centrocampo coinvolto, per rimpiazzare i partenti, convoca El Shaarawy, altro immischiato nello scandalo?“
Da Casale alla Procura, la risposta passa dalla legge
Domanda pertinente e logica, a gettare primi sprazzi di senno in una questione dai contorni discutibili, salvo trovare pronta risposta dalla rivale nel caso scommesse: la Procura. Ad oggi infatti trapela come non viga alcuna evidenza del coinvolgimento dei tre citati in relazione al caso scommesse.
A domande di spessore, talvolta, un’unica risposta può non risultare sufficiente. Pronta dunque la replica dall’avvocato di Nicolò Casale, Guido Furgiuele: “Non ha mai scommesso su una competizione sportiva. Accuse infondate e calunniose quelle sul suo coinvolgimento, sporgeremo querela verso gli autori della diffamazione e/o calunnia, nonché responsabili dei canali con cui sono state divulgate tali accuse“.
Nuovo post, o intervento del caso, nuovi nomi e nuovi numeri. Il paparazzo divenuto burattinaio delle notizie a tenere in scacco un paese, monopolizzato dal caso e diviso tra condanne esemplari e curiose giustificazioni, danza e con sé la Serie A. Sveglie puntate dunque verso la nuova estrazione: si mischiano le carte del campionato, e riparte il teatro.