Fiorentina e Sassuolo: due facce della stessa medaglia, due realtà che precipitano inesorabilmente verso un futuro che si tinge di un rosso profondo. Rosso come il fallimento, rosso come la zona retrocessione. Italiano e Dionisi i due imputati, su cui ora è piombato il peso di una crisi ben più ampia di qualche partita o qualche settimana; una preoccupazione celata dietro la necessità di non spaventare, che ora, però, acquisisce una portata decisamente più grande. Fiorentina e Sassuolo, è l’ora del tutto o niente.
Italiano verso il fallimento, dov’è finita la Fiorentina?
Da inseguita a inseguitrice, in un mese la Fiorentina ha visto la sua classifica invertirsi in maniera netta. Un quarto posto che sembrava potesse resistere fino al termine della stagione, considerando il rendimento non ottimale delle altre contendenti, che sembra ormai sfumato definitivamente. Un ottavo posto – che potrebbe diventare addirittura nono nel caso in cui dovesse arrivare la probabile vittoria del Napoli contro il Verona – e, soprattutto, un andamento in discesa, opposto a quello delle avversarie che sono in rimonta.
Insomma, le domande che sorgono spontanee sono tante e soprattutto retroattive. La vittoria in campionato manca dal 29 dicembre. Da quel momento, la sconfitta pronosticata contro l’Inter è l’unica nota che non desta scalpore, visto che sono arrivati un ko contro un Sassuolo in pari, se non più profonda, crisi, un pareggio con l’Udinese e l’ultima nota dolente, data dalla rimonta subita dal Lecce nell’extratime.
Per invertire il trend potrebbe essere già troppo tardi, considerando che bisogna sperare in un rallentamento delle avversarie, unito in un cambio di passo improvviso e deciso, e non solo per quanto riguarda la zona Champions, ma anche per la qualificazione in Europa in sé. Una Conference League che è allora l’ultimo paracadute per un Italiano in caduta libera.
Dionisi e il concorso di colpa, la Serie B non perdona
Se la Fiorentina rischia il fallimento stagionale, per il Sassuolo la posta in palio è ben più grande, considerando la Serie B che chiama la prossima annata. Dei neroverdi capaci di fermare consecutivamente le due contendenti al titolo, ne è rimasta soltanto l’ombra. Le vittorie con l’Empoli, prima del cambio alla guida, e la Fiorentina in profonda crisi, sono le ultime note positive dallo scorso 27 settembre, giorno del successo ai danni dell’Inter.
Gli ultimi due ko con Monza e Bologna, poi, portano gli emiliani al quindicesimo posto, a solo +1 dalla terzultima e penultima posizione e con un Cagliari e Verona nel mezzo che devono ancora giocare in questa giornata. Una classifica non compromessa, ma che, come nel caso della Fiorentina, vede un Sassuolo con un trend fortemente negativo e le avversarie in risalita, un aspetto che spaventa e non poco e che pone la squadra tra le principali indiziate a lasciare la Serie A.
Un Dionisi in versione concorso di colpa, con il suo “io devo dare di più, ma anche i giocatori”, non tranquillizza l’ambiente e porta alla luce confusione e poca compattezza. Alla guida della nave c’è il tecnico che risponde delle mancanze della squadra. Quando sono poche le note stonate, infatti, si agisce sui singoli, ma quando è tutta la compagine a dover dimostrare di più, sta all’allenatore mostrarsi all’altezza del compito. Ma, soprattutto, i problemi non vengono allo scoperto solo oggi, le azioni non dovevano forse essere avviate da tempo?