God Save the King, Roger Federer: l’addio peRFetto

Roger Federer si ferma qui: 15 settembre 2022, 23 anni dopo l'epopea conosce una fine. God Save the King, Roger Federer: l'addio peRFetto

Nicola Liberti A cura di Nicola Liberti
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RF. peRFect. Difficile di per sé dipingere e ritrarre quanto fatto in tanti anni di carriera. Difficile di per sé ritrarre tanto estro e genio, nello sport così come nella vita. Dal genio e sregolatezza dei vulcanici primi anni nel tour, dove l’estro del diamante svizzero grezzo spargeva primi lampi di sé sul campo, agli anni della definitiva consacrazione e maturazione. Da Basilea al tetto del mondo, da ballkid della provincia elvetica a padrino del Centre Court di Wimbledon, con le chiavi dell’All England Club adagiate tra le tasche con la consapevolezza di chi sa che, in fondo, il teatro più importante di questo sport, ha conosciuto e goduto del suo etoilé per lunghi anni, celebrandolo nella sua massima grandezza “sole” 8 volte.

My dreams led me to work harder and i started to believe in myself…

Roger Federer

Gli 8 sigilli come i 6 anelli di MJ, il GOAT come il GOAT, miscele simili dello stesso spessore, sportivo ed umano. Se al secondo è stato concesso il celebre Last Dance, gli occhi ed il cuore dello sport, non del tennis, reclamano ugual trattamento per lo svizzero divenuto, negli anni, l’englishman dalle bianche vesti.
Bando a speculazioni su confronti con gli avversari d’una vita intera, bando a futili disquisizioni circa improbabili statistiche, bando, infine, all’acclamata voglia delle folle di un ritorno sui campi da gioco.
MJ votò i maghi di Washington per l’ultimo getto di adrenalina e di sé da tramandare agli annali. Opera superflua questa, invece, per chi, in 23 anni di carriera, è stato mago imbracciando una racchetta, è stato eroe calcando qualsivoglia palcoscenico mondiale, è stato Re nelle principali rassegne, è stato leggenda ed un momento, ormai volto al termine, della vita di ognuno.

…Some success brought me confidence…

Roger Federer

Le epoche si forgiano nei decenni, per restare nei secoli, salvo dissolversi in attimi, troppo celeri nell’arrendersi all’ineluttabile vincolo del tempo. Così il Re pone il primo piede giù dal trono, in attesa del secondo sostegno, da porre al terreno allo scoccare della fine dell’avventura più bella, al chiudersi della Laver Cup. Un frammento di vita durato 23 anni, un frammento di vita da ripercorrere nella durata e nella lunghezza d’un sol passo: tra il primo giù dal trono, ed il secondo per discendere i 20 scalini erti assieme alla propria leggenda, prima dell’ultimo insperato saluto.

Nelle settimane in cui il Commonwealth tutto si ferma e cinge l’addio alla vita della regina con ricordi emozionali, così fa anche lo sport con il suo Re. Parole poche, largo a ricordi ed emozioni, grazie. God Save the King.

…I was on my way to the most amazing journey that has led to this day

Roger Federer

Il lunedì blu come il giovedì bianco, quello dell’addio, come la candida tinta impressa nelle vesti tramite le quali la storia è stata scritta al cospetto di sua maestà, tramite le quali inoltre, ha impresso gesti, gesta e momenti, ancora una volta troppo presti nel dissolversi a noi, nella mente e nel cuore di ognuno. Il giovedì bianco, il giorno più triste di questo emisfero, lato emozionale della vita, lo sport, più semplicemente, Roger. RF, peRFect.

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