Il calcio è uno sport che abbatte qualsiasi tipo di frontiera, un linguaggio comune che viene parlato in tutto il mondo. Sono miliardi i tifosi che ogni giorno si collegano alla tv o si recano allo stadio per seguire la propria squadra del cuore e che sperano di vedere il proprio beniamino raggiungere il riconoscimento meritato. È una storia che va avanti da anni e sarà così fino alla fine dei tempi. Sono proprio i sostenitori di questo meraviglioso mondo a decidere, tramite una votazione, a chi verrà assegnato l’ambitissimo premio del Golden Foot. Anche quest’anno, in occasione della ventesima edizione del Gala di Montecarlo, tra i candidati Lionel Messi e Robert Lewandowski si leggono i nomi di tante altre stelle che stanno contribuendo alla riscrittura delle pagine del calcio.
Dal 2003, anno della prima edizione, fino a quella in programma per il 21 dicembre, sono ben 4 gli italiani ad aver lasciato un segno indelebile sulla Promenade del Principato di Monaco, una Walk of Fame in pieno stile Hollywood. Sul lungomare monegasco si trovano le impronte dei più grandi. Da Roberto Baggio a Gianluigi Buffon passando ovviamente dall’eterno Capitano della Roma Francesco Totti, vincitore del Premio Golden Foot nell’ottava edizione. Durante il Gala del 2010, a seguito della premiazione dell’Ottavo Re di Roma, sono stati assegnati anche i Golden Foot Legends: il premio dedicato a quattro personalità di rilievo dello sport più seguito al mondo.
Golden Foot 2010, Francesco Totti: l’eterno Capitano
Nell’edizione dei Golden Foot 2010, i candidati al premio finale sono come sempre 10 e tutti con nomi altisonanti. Tra i probabili finalisti rimbombano i profili di Carles Puyol, David Beckham e Raul. Ma se alla fine la giuria ha deciso di assegnarlo a Francesco Totti, un motivo ci sarà. Simbolo di amore e totale devozione per la propria squadra, il Pupone si è guadagnato il rispetto di tutta Roma a suon di gol e prestazioni da fuoriclasse. Sono ben 307 le reti segnate in maglia giallorossa, molti delle quali hanno contribuito allo scudetto storico del 2000 e alle Supercoppe Italiane vinte in extremis. La stagione 2009-2010 è quella che lo ha portato al trionfo tra le stelle della Promenade monegasca. La vittoria di un premio che ha fatto ritornare il sorriso sul volto di Francesco Totti, triste dopo essere arrivato secondo nel campionato di Serie A alle spalle dell’Inter e dopo essere andato vicinissimo al suo primo Pallone d’Oro.
La vita del classe 1976 non si limita soltanto alle apparizioni sui campi di Serie A. Da assoluto leader della Nazionale del tecnico Marcello Lippi si prende la responsabilità di arrivare sul dischetto e segnare il rigore decisivo che porta al passaggio ai quarti di Finale del Mondiale in Germania. Il 9 luglio 2006, Francesco Totti diventa Campione del Mondo con la Nazionale italiana. È In quell’occasione che Totti annuncia l’addio ufficiale agli Azzurri per dedicarsi solo ed esclusivamente al suo club. La sua carriera calcistica si conclude definitivamente il 28 maggio 2017. “Permettetemi di avere paura”, dice in quel momento. Un sentimento, la paura, che lo accompagna nel suo ultimo giro allo Stadio Olimpico con la fascia da capitano al braccio. Le impronte sulla Promenade di Montecarlo sono lì appunto per confermare la sua fondamentale importanza per una società e per una nazione intera.
Golden Foot 2022, Giancarlo Antognoni: una leggenda italiana
“Un giovane Gianni Rivera“. Una piccola citazione che racchiude la motivazione per cui Giancarlo Antognoni è finito tra le Golden Foot Legends. Gioiello di punta della Fiorentina dal 1972 al 1987, il numero 8 ha dedicato gran parte della sua vita ad onorare i Gigliati. 341 incontri, 69 reti ed una carriera praticamente stroncata dai continui infortuni. Capitano di una squadra giovane che, dopo un periodo di poche vittorie, porta la Viola a vincere prima la Coppa Italia contro il Milan per 3-2 e poi si ritrova a sfiorare lo storico scudetto, quello che avrebbe fatto diventare grande la Fiorentina.
L’uomo che guardava le stelle, soprannominato così per la sua capacità di giocare sempre a testa alta, di sapere esattamente dove fosse il pallone. Antognoni acquista un ruolo di primaria importanza anche tra le fila della Nazionale con la quale vince il Mondiale in Spagna nel 1982, soltanto un anno dopo aver rischiato di perdere la vita in campo. Lo scontro con il portiere del Genoa, nella nona giornata di campionato gli costa caro: un urlo, poi l’arresto cardiaco. Troppi secondi steso a terra inerme ed una tragedia sventata dal pronto intervento del massaggiatore della Fiorentina. Pochi anni dopo, prima del suo definitivo addio al calcio giocato, Antognoni passa tutta la sua eredità al Divin Codino Roberto Baggio, il primo Golden Foot della storia.
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Golden Foot 2022, Franz Beckenbauer: leggenda del Bayern Monaco
Se si potesse creare una formazione dei sogni, il Dream Team di tutti i tempi, siamo sicuri che Franz Beckenbauer sarebbe presente nella maggior parte di esse. Solido difensore o mediano, uno dei migliori giocatori di tutti i tempi è stato insignito del premio del Gala di Montecarlo nel 2010. Oltre a vantare la vittoria di due Palloni d’Oro, nel corso della sua carriera legata quasi totalmente al Bayern Monaco, il tedesco si pregia anche di un palmares da fare invidia a chiunque. Kaiser-Franz è un giocatore di classe ed eleganza ed i suoi gol sono vividi nella memoria di chiunque. Traiettorie angolate, missili terra-aria a venti metri dalla porta che diventano ovviamente impossibili da intercettare.
Beckenbauer e l’altra leggenda dei Golden Foot Gerd Müller hanno portato il Bayern Monaco a vincere in Germania e nel mondo. Le 3 Coppe dei Campioni abbelliscono la bacheca dei bavaresi e contribuiscono a scrivere la storia di uno dei club più prestigiosi dell’intero globo terrestre. Una carriera costellata di infiniti successi anche con la maglia della Mannschaft: due mondiali vinti, un Europeo e numerose affermazioni su qualsiasi campo la formazione dei sogni della Nazionale tedesca mettesse piede.
Dunga, Sanchez e Varallo completano le leggende del Golden Foot 2014
A completare il poker delle meraviglie della Promenade di Montecarlo ci sono Dunga, Hugo Sanchez e Francisco Varallo. Tre giocatori che grazie alle loro prestazioni sul campo sono diventati sinonimo di Golden Foot Legends, nell’ottava edizione. Un trio tutto latino, dal Messico all’Argentina arrivando fino in Brasile, lì dove il calcio assume connotati del tutto differenti rispetto al resto del mondo. Giocatori che hanno dato tutto per i rispettivi club e per le proprie nazionali. Ad esempio, il cosiddetto Cucciolo Dunga è diventato uno dei mediani centrali della storia del calcio brasiliano che ha portato i Verdeoro alla conquista di un Mondiale e 3 Coppa America. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, la leggenda della Promenade si dedica totalmente alla carriera da allenatore e conduce i Pentacampeões ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro senza però riuscire a raggiungere la qualificazione.
Hugo Sanchez nato a Città del Messico si è guadagnato un posto tra le leggende del Golden Foot grazie al suo approdo al Real Madrid. Il suo impatto sul mondo Blancos è a dir poco devastante. A suon di Chilene, la classica rovesciata per i più nostalgici, El Pentachipici vince 5 campionati spagnoli, una Coppa Uefa ed una Copa del Rey. Per comprendere invece le grandi gesta di Francisco Varallo bisogna spostarsi più a sud, precisamente in Argentina, dove il Pancho è diventato l’idolo indiscusso della Selección degli anni 1930/1940, ma soprattutto del Boca Juniors. È proprio la Coppa America vinta con la sua formazione che gli vale il premio di Leggenda sulla magnifica Promenade di Montecarlo.