Il 13 aprile del 1970, l’astronauta John Leonard Swigert Jr. pronunciò una delle frasi più celebri al mondo dal modulo di comando dell’Apollo 13: “Okay Houston, we’ve had a problem here”, tradotto in italiano “Okay Houston, qui abbiamo avuto un problema”. Questa frase sarà ritornata alla mente più e più volte ai tifosi dell’Inter nelle ultime settimane. Nonostante la stagione della scorsa annata abbia portato la conquista della Supercoppa italiana e della Coppa Italia, con uno Scudetto sfumato davvero sul filo di lana, il campionato dei nerazzurri non è iniziato con i fuochi d’artificio.
Inter: l’avvio di stagione
Alla prima giornata ha avuto la meglio del neo promosso Lecce soltanto al 95′ con il tap-in vincente dell’olandese Denzel Dumfries. La seconda uscita, questa volta tra le mura amiche del Giuseppe Meazza, sembrava presagire qualcosa di interessante: 3-0 allo Spezia e le incertezze della settimana prima quasi del tutto sparite. Qualche giorno dopo ci ha pensato la Lazio di Maurizio Sarri a far tornare con i piedi per terra Simone Inzaghi ed i tifosi. il 3-1 subito all’Olimpico è stato davvero come un montante del miglior Myke Tyson. La prima sconfitta stagionale porta a galla delle lacune tecniche che molto probabilmente in pochi avevano evidenziato, ma la cosa che balza all’occhio è la tenuta mentale.
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Gli uomini di Inzaghi, una volta andati sotto nel punteggio, non riescono a reagire e a nulla servono i correttivi del tecnico. E come se non bastasse la punta di diamante Romelu Lukaku esce al 60′, probabilmente per un fastidio muscolare. Il 30 agosto la Cremonese si presenta a Milano ed il tecnico Massimiliano Alvini mostra immediatamente di non voler essere la vittima sacrificale. L’Inter si impone per 3-1, ma i grigiorossi metteranno a dura prova la retroguardia composta da Skriniar, de Vrij e Dimarco, riuscendo a siglare un bellissimo gol con Okereke.
La difesa interista che aveva iniziato a scricchiolare già a Lecce, continua ad imbarcare acqua ed infatti nel derby con il Milan del 3 settembre Handanovic e compagni vengono sconfitti per 3-2. Dopo essere passati in vantaggio con il croato Marcelo Brozovic, l’Inter spegne la luce ed i rossoneri ne approfittano. Prima Leao, poi Giroud, come nello scorso campionato e poi ancora Leao che con troppa facilità, si fa beffe di de Vrij e Bastoni, siglando il 3° gol. Edin Dzeko accorcia, ma sulla strada per il pareggio Lauataro Martinez prima e Calhanoglu poi, trovano un Mike Maignan insuperabile. 4 giorni dopo sul prato verde di casa arriva il Bayern Monaco: inizia la Champions League e tra i pali per la prima volta in assoluto esordisce André Onana: il camerunese disputa una ottima gara, al netto di un paio di incertezze, ma il risultato premia i tedeschi, che escono dalla Scala del Calcio con il risultato di 2-0. Anche in questa occasione si vede un’Inter troppo molle e quasi in balia della corrente. Vero che i bavaresi sono una squadra straordinaria, ma i nerazzurri fanno davvero troppo poco per cercare di impensierirli.
Inter: dal Torino alla Roma, passando per l’Udinese
Passano 3 giorni ed Ivan Juric e il suo Torino fanno visita ad Inzaghi. La gara è tirata, dura, agonisticamente cattiva, ma leale. I padroni di casa si impongono solo all’89’ con il solito Marcelo Brozovic, scaltro a depositare in rete con la punta un assist al bacio del suo gemello Nicolò Barella. L’Inter respira, anche se la partita non è stata bellissima, ma i 3 punti in quel momento sono più importanti del gioco. Infatti nella seconda giornata di Champions League, i nerazzurri volano in Repubblica Ceca per affrontare il Viktoria Plzen. La gara fila liscia: 2-0 grazie a Dzeko e Dumfries. Probabilmente nel momento esatto del triplice fischio, Simone Inzaghi avrà pensato che il periodo di appannamento fosse alle spalle e questo pensiero lo avrà avuto la stragrande maggioranza dei tifosi, ma la trasferta di Udine, contro i bianconeri di Andrea Sottil, riporta tutti sulla terra. Dopo essere passati in vantaggio con Nicolò Barella, autore di una punizione magistrale, che lascia di sasso l’estremo difensore Silvestri, l’Inter si addormenta di nuovo. I friulani sono cinici: con due ripartenze mette in ghiaccio il risultato. il 3-1 finale fa male, soprattutto per come è arrivato.
Il malcontento inizia a serpeggiare anche a Milano: in città diversi striscioni chiedono al Presidente Steven Zhang di andarsene. La Curva Nord si fa sentire, troppe le brutte prestazione della squadra. La Serie A si ferma per le partite di Nations League, nelle quali spicca il laterale sinistro interista Federico Dimarco, autore anche del suo primo gol in Nazionale e dà appuntamento al 1° di ottobre. L’Inter ospita la Roma del grande ex José Mourinho, che non siede in panchina per essere stato espulso nel match perso contro l’Atalanta. Il pomeriggio inizia nel migliore dei modi. Barella per Dimarco che di destro insacca alle spalle di Rui Patricio il suo primo gol nerazzurro al Giuseppe Meazza, davanti a 75 mila spettatori.
Tutto lascia presagire che la giornata possa riservare delle soddisfazioni, ma i giallorossi pareggiano con Dybala, ammaliato in estate dalla possibilità di vestire il nerazzurro, ma poi abbandonato. L’argentino sfrutta al meglio un assist di Spinazzola dalla sinistra e grazie anche alla complicità di Handanovic, preferito sempre ad Onana, sigla l’1-1. L’Inter ritorna a vivere gli incubi di queste prime uscite stagionali. Troppo nervosi, frettolosi, imprecisi, gli uomini di Inzaghi, dopo aver colpito l’incrocio dei pali su punizione con Calhanoglu ed avere sfiorato il vantaggio con Asllani, si inchinano a Smalling: troppo facile per l’ex Manchester United colpire di testa all’interno dell’area piccola. Anche in questa occasione la fase difensiva dei padroni di casa non è impeccabile e sul banco degli imputati ci finisce anche Skriniar, che non legge la traiettoria, lasciando troppo spazio all’inglese: i capitolini si impongono per 2-1, cosa che non succedeva dal 2017.
Inter: Inzaghi è saldo sulla panchina?
A poche ore dalla fine della partita sembrerebbe che l’amministratore delegato Beppe Marotta abbia confermato la fiducia a Simone Inzaghi, ma la domanda è: per quanto tempo? Martedì l’Inter ospita il Barcellona di Xavi che guida LaLiga con 19 punti e tra le cui fila c’è un Lewandowski che non smette di segnare: in 7 partite disputate in campionato, ha già messo a referto 9 reti e due assist, con una frequenza di un gol ogni 60 minuti, più 3 siglate in Champions League. Insomma, non un avversario semplice. Simone Inzaghi ha una possibilità di ritrovare la squadra: dovesse riuscire a portare a casa un risultato positivo contro i blaugrana, potrebbe esserci quello switch mentale che farebbe ripartire l’Inter, ancora orfana di Lukaku almeno per altre 2 partite. In caso contrario, l’ultima spiaggia potrebbe essere il Sassuolo, notoriamente avversario ostico per la Beneamata. 7 giorni per dimostrare che i nerazzurri sono ancora vivi, 7 giorni che potrebbero cambiare il destino dell’ex tecnico della Lazio. “Zhang, abbiamo un problema“.