Quando all’età di 20 anni un calciatore viene avvisato di essere nel mirino di uno dei club più importanti al mondo, subentrano sempre sensazioni di incertezza miste a paura di non riuscire a rispettare le aspettative. Non è il caso di Marley Aké, talento cristallino del 2001, che nel 2021 è approdato alla Juventus in cerca di quel salto nel mondo dei grandi del calcio che lo ha sempre accompagnato fin dalla tenera età.
Ripercorriamo la carriera del giovane ex Marsiglia, dall’operazione che lo ha portato a Torino fino agli esordi con la maglia bianconera.
Un inizio complicato
Marley Aké è nato in Francia, più precisamente a Béziers, cittadina di settantamila abitanti nei dintorni di Montpellier. Ed è proprio lì che il gioiello franco ivoriano comincia ad approcciarsi a quello che per tanti ragazzini dei sobborghi francesi è un sogno: il calcio. Dopo la trafila nei settori giovanili della zona però arriva la prima batosta e il sogno sembra quasi sfumare. A 14 anni si approccia al Montpellier, compagine storica che negli anni ha sfornato grandi talenti che hanno regalato gioie agli occhi dei tifosi di tutta Europa: su tutti Olivier Giroud, protagonista dell’ultimo scudetto vinto dal Milan. Il club in questione però sceglie di non puntare su Aké, che deluso dalla prima porta chiusa della sua carriera valuta il pensiero di appendere per sempre gli scarpini al chiodo.
Il gioiello di Béziers, che ha come idolo dall’infanzia un campione come Didier Drogba, ha la forza d’animo dei più grandi e non demorde nella ricerca del suo grande sogno. Continua ad allenarsi meticolosamente e a sacrificare giorni e mesi della sua vita da adolescente per un solo obiettivo, raggiungere l’élite del calcio francese e mondiale.
L’occasione arriva, nel 2018 il Marsiglia si accorge delle sue qualità e punta forte su di lui. In quel periodo all’OM siede sulla panchina un André Villas Boas in cerca di riscatto, dopo alcune esperienze infelici in giro per l’Europa. Il tecnico portoghese ha la fama di crescere giovani da sempre, seguito da un mostro sacro come José Mourinho, che lo aiutato a raggiungere la gloria in solitaria sulla panchina del Porto con la vittoria dell’Europa League, il più giovane di sempre ad alzare il secondo trofeo europeo per importanza.
L’esperienza a Marsiglia
Sulla Costa Blu, nella Riviera francese, l’esterno sinistro di piede invertito corona il sogno che aveva fin da bambino. In un’intervista ha dichiarato di essere un grande tifoso del Marsiglia, tanto da recarsi fino al Vélodrome per assistere alle partite casalinghe della squadra con suo padre e suo zio. Con Villas Boas stabilisce da subito un buon rapporto, grazie alla sua smisurata umiltà e spirito di sacrificio, qualità rare da trovare in un ragazzo di appena 18 anni che si affaccia al calcio dei grandi. L’allenatore ex Porto punta forte su di lui, tanto che dopo tutta la trafila nelle varie squadre giovanili decide di farlo esordire in Ligue 1 e di regalargli addirittura 4 apparizioni in Champions League.
Il gol non arriva mai, ma non è quello che conta. Il talento del ragazzo è sotto gli occhi di tutti, così come la voglia di spaccare il mondo appena sfiora l’erba verde del Vélodrome con i tacchetti dei suoi scarpini. I suoi compagni, anche i più esperti, lo ammirano e se lo tengono stretto integrandolo da subito nel gruppo, tanto da affibiargli anche un soprannome simpatico: “La Lavatrice“, a causa della MiniCar con cui si reca agli allenamenti, che genera un rumore simile a quello dell’elettrodomestico quando è in funzione.
Un mercato particolare, con la Juventus sullo sfondo
Dopo una buona prima stagione con la prima squadra del Marsiglia, in cui ha collezionato 9 presenze in campionato e 4 in Champions League, l’annata 2020/2021 sembra essere quella della svolta. In metà campionato infatti, Aké raggiunge le presenze dell’anno prima ed è pronto a sfondare, ma qualcosa cambia i piani del suo futuro. Nella sessione invernale di calciomercato, il Marsiglia appare interessato al talento classe 2002 della Juventus, Franco Tongya, così le due dirigenze si accordano per uno scambio che porterà l’azzurrino sulla riviera e il franco ivoriano sotto la Mole Antonelliana. L’operazione di mercato in questione finirà poi successivamente sotto la lente di ingrandimento della Procura di Torino nell’ambito dell’indagine sul “caso plusvalenze” che ha scosso il calco italiano qualche mese fa.
Nonostante tutti i dubbi del caso, l’ormai ex OM approda a Torino, in quel momento sulla panchina bianconera c’è Andrea Pirlo, allenatore emergente, con non pochi problemi visti gli scarsi risultati nella stagione 2020/21 in cui la Juventus fatica ad affermarsi tra le protagoniste del campionato di Serie A. Il neo arrivato Aké viene subito mandato alla Juve U23, nel campionato di Serie C, per cimentarsi su un banco di prova già molto competitivo per la sua età. Con la seconda squadra bianconera colleziona 47 presenze condite anche da 7 gol e comincia ad entrare nel giro della prima squadra.
Sulla panchina della Juventus nel frattempo, Pirlo viene esonerato al termine del campionato e al suo posto subentra Massimiliano Allegri, vecchia (ma non troppo) conoscenza in quel di Torino, dove ha regalato gioie infinite e una striscia di successi in Serie A che rimarrà nella storia per sempre. Il tecnico livornese si accorge del talento di Aké e comincia a convocarlo sporadicamente, per abituarlo ai grandi palcoscenici.
L’esordio con la Juventus e la voglia di emergere
Marley Aké ha avuto anche l’occasione di esordire con la maglia della Juventus in Coppa Italia, la prima apparizione in assoluto in bianconero. Nell’occasione, mister Allegri gli ha concesso un quarto d’ora abbondante contro la Sampdoria, in una partita stravinta dai bianconeri per 4-1 che ha regalato alla Vecchia Signora l’accesso ai quarti di finale della competizione.
Nonostante il poco minutaggio e la prima esperienza in campo, il giovane franco ivoriano si impone per qualità e atteggiamento in campo, dimostrando da subito di poter tornare utile se chiamato in causa. Due settimane dopo infatti esordirà anche in Serie A, nel match terminato col risultato di 1-1 tra Juventus e Atalanta. Dopo una serie di panchine che lo hanno confermato ormai in pianta stabile nella rosa di Max Allegri, Aké riesce a trovare di nuovo spazio in Coppa Italia, nelle due semifinali contro la Fiorentina. Nella gara di andata gioca uno spezzone di partita negli ultimi 15′, ma al ritorno ecco la svolta, l’ex Marsiglia viene schierato tra i titolari. In campo fa vedere le sue migliori qualità, la velocità palla al piede e il dribbling quasi funambolico, ma anche una spiccata visione della porta, che confermano quanto visto anche con l’U23.
Nelle ultime battute del campionato di Serie A ottiene altre tre presenze, rispettivamente contro Genoa, Lazio e di nuovo Fiorentina, in attesa di capire come verrà utilizzato da Allegri nel prossimo campionato, visto l’infortunio di Chiesa, ma anche e soprattutto l’arrivo di un mostro sacro come Angel Di Maria ad occupare la corsia d’attacco sulla destra. Quello che è certo è che la storia di Aké è la dimostrazione che con il duro lavoro e il sacrificio, anche un ragazzo a cui viene sbattuta una porta in faccia può rinascere e regalarsi un sogno, quello di calcare i campi più importanti d’Europa.