Il sensazionale lavoro svolto dalla dirigenza della Juventus sulla scorsa sessione di calciomercato, volto a rinforzare la rosa per la conquista della zona Champions League, ha regalato a Massimiliano Allegri due giocatori di fondamentale importanza. Dusan Vlahović e Denis Zakaria sono infatti i profili che mancavano ai bianconeri per diventare competitivi ai massimi livelli. Già la partita di domenica sera contro l’Hellas Verona ha dimostrato quanto siano stati efficaci i due nuovi acquisti, partiti entrambi dal primo minuto, e non è un caso.
Allegri non cambia gioco ma l’esito è vincente
Massimiliano Allegri è stato molto criticato da quando è tornato alla Juventus dopo alcuni anni lontano dalle panchine. Principalmente a causa degli insuccessi arrivati nelle primissime giornate di campionato, come il pareggio con l’Udinese o la sconfitta casalinga con l’Empoli, per non parlare poi di quella per 2-1 al Bentegodi contro il Verona, preceduta dal pesantissimo zero casalingo contro il Sassuolo. Potremmo dire che la partita di domenica sera ha chiuso definitivamente un cerchio. La Juventus, da Verona, è riuscita a migliorare la propria condizione in classifica grazie ad un diverso modo di scendere in campo. I bianconeri, a differenza della prima metà del girone d’andata, sono riusciti a dimostrarsi più compatti, specialmente in fase difensiva: se contiamo anche la gara di ritorno contro gli scaligeri, sono soltanto quattro le gare in cui non è arrivato il clean sheet, nelle restanti nove, la difesa dei piemontesi è rimasta imbattuta.
Una vera e propria svolta quella arrivata dopo la sconfitta contro il Verona, trasformazione che si è completata durante l’ultima partita contro i veneti. Allegri non ha cambiato metodo di gioco: la Juventus resta sempre una squadra attendista, la cui manovra offensiva si basa sul contropiede. Eppure, a differenza di prima, questa nuova Juventus ha delle capacità ben diverse. Oltre alla migliore tenuta difensiva sono stati aggiunti due giocatori fondamentali: Zakaria e Vlahović. Nella partita contro i veneti sono stati eccezionali, riuscendo proprio a mettere in campo, grazie alle loro qualità, ciò che era venuto a mancare ai torinesi fino ad ora. Non è un caso che il tecnico abbia deciso di schierarli dal primo minuto, come a sottolineare che loro sono e saranno la chiave della nuova Juve.
Nel segno dei nuovi acquisti
L’arrivo di Zakaria, seppure di minore rilevanza a livello mediatico, è stato uno dei migliori acquisti degli ultimi anni, grazie anche ad un prezzo particolarmente vantaggioso per la Juventus. Lo svizzero è colui che si occupa di schermare la difesa, interrompendo la costruzione avversaria, lo stesso tecnico, al termine della partita, ha definito l’ex Borussia Monchengladbach come una pantera dalle gambe lunghe, in grado di arrivare su tutti i palloni. Il gol è stata la ciliegina sulla torta anche se poi è stato costretto a lasciare il campo per un problema fisico. Da valutare infatti le condizioni del centrocampista.
Vlahović lo conosciamo molto bene. Con la Fiorentina è sempre stato un realizzatore di altissimo livello, il goleador che mancava alla Juventus. Il percorso svolto dal serbo gli è stato di grandissimo aiuto, perché si è caricato la Viola sulle spalle in un periodo di difficoltà e gli allenatori arrivati a Firenze hanno sempre valorizzato le sue doti. Il passaggio ai bianconeri sancisce quello step che tutti sapevamo sarebbe arrivato, ma non sapevamo quando. Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene, presumibilmente con il benestare di Allegri, hanno reputato maturi i tempi per portare il serbo a Torino. Vlahovic è il classico numero 9, attaccante il cui compito è quello di mettere il pallone in rete, tipologia di giocatore che mancava da tempo alla Juventus. Dopo appena 13 minuti è riuscito a portare in vantaggio i suoi con un pallonetto vincente. Bomber vero.
Nuove consapevolezze, vecchi obiettivi
Sognare è lecito, e la speranza dei tifosi bianconeri è l’ultima a morire. Il motto della Juventus è chiaro a tutti: fino alla fine, quello che ha detto Vlahović anche al termine della partita contro il Verona. Il serbo è consapevole del divario che separa i torinesi dalla vetta, ma lui è arrivato per aiutare la Juve a tornare nelle posizioni che le competono, motivo per cui non si pone limiti: bisognerà lavorare partita dopo partita e a giugno si vedrà il piazzamento finale.
La classifica parla però da sé: l’Inter dista 8 punti, e i nerazzurri hanno una partita in meno. Il gap sulle inseguitrici, Napoli e Milan, è altrettanto ampio, 7 lunghezze. Una rimonta scudetto sembra improbabile, se non impossibile. Sfruttando le parole usate da Massimiliano Allegri in conferenza stampa, le tre davanti dovrebbero suicidarsi per far rientrare la Juventus in corsa. Lo ha ribadito in un’intervista post partita, impensabile che la Juventus, a giugno, possa avere lo scudetto sul petto. L’obiettivo più realistico dei bianconeri, da qui a fine stagione, è quello di qualificarsi per la prossima Champions League, in una sfida con l’Atalanta che vedrà lo scontro diretto arrivare proprio il prossimo weekend.