La Bella Stagione, il viaggio della Sampdoria di Vialli e Mancini: dallo Scudetto al Wembley vendicato

Il viaggio di Vialli e Mancini, nel segno della Sampdoria, partito dallo Scudetto fino ad arrivare alla rivincita di Wembley: ecco la recensione del docufilm "La Bella Stagione"

Lorenzo Gulino A cura di Lorenzo Gulino
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Una di quelle storie che in poche squadre possono vantare, fatta di vittorie e sconfitte, di grandi trionfi e di grandi cadute e che ha visto dalla sua parte grandi campioni che hanno fatto la storia del calcio. Nella serata del 7 gennaio 2023 su Rai 2 è andato in onda in prima tv il docufilm sulla grande Sampdoria che tanto ha incantato questo fantastico mondo, intitolato La Bella Stagione. Un vero e proprio viaggio partito da Vialli e Mancini che seduti su un divano parlano del proprio passato e di come l’attuale ct dell’Italia abbia portato Gianluca al suo fianco. Un salto nel tempo, dalla costruzione del grande Doria fino ad arrivare, passando per lo Scudetto e la finale di Coppa dei Campioni persa a Wembley, alla rivalsa della vittoria dell’Italia nel medesimo stadio.

La strada per il successo passa dalle delusioni

I successi nascono dalle delusioni, questo dice Vialli. Siamo nell’estate del ’90 e le quattro stelle della Sampdoria: Gianluca, Mancini, Pagliuca e Vierchowod hanno giocato veramente poco nel Mondiale, deludendo le aspettative. La voglia di rifarsi dopo quella Coppa del Mondo è tanta, va oltre ogni cosa e come nelle migliori favole porta anche a grandi gioie. Ad attenderli a Genova c’è Boskov, non un semplice allenatore, bensì un vero uomo in grado di legare con i propri calciatori, tirando fuori il meglio da ognuno di loro. Tutto passa dalla mentalità, dimostrata nel caso del patto d’acciaio, secondo il quale i calciatori sarebbero rimasti alla Samp fino a quando non avrebbero vinto lo Scudetto con il Doria. Un giuramento pesante quanto significativo che fa capire quello che era diventato non solo un obiettivo, ma una vera e propri ossessione. La stagione non inizia nel migliore dei modi e vede l’infortunio del numero 9 blucerchiato, ma, nonostante ciò, l’aria che si respira è quella di una famiglia che fuori dal campo festeggia insieme le vittorie, per poi tornare il giorno dopo concentrata più che mai sull’obiettivo da raggiungere.

Sampdoria: l'irripetibile scudetto dell'era Mantovani
Roberto Mancini e Gianluca Vialli, ex attaccanti della Sampdoria

Il ritorno di Vialli vede ancor di più entrare nel vivo l’accoppiata con Mancini, un vero e proprio leader all’interno del campo trasportato da passione e voglia di vincere. Una tenacia che lo porta a rimproverare più volte i compagni anche in maniera vistosa. Arriva la sfida contro il Napoli di Maradona e la Sampdoria, trasportata da Vialli e Mancini che tirano fuori due gol capolavoro, chiude il match sull’1-4. Un messaggio importante quello lanciato dai calciatori del Doria che, sostenuti da un caldissimo tifo, sanno in cuor loro che questo potrebbe essere l’anno giusto, dove sullo sfondo c’è il derby della lanterna. La partita contro il Genoa non dà i risultati sperati e da lì inizia un vero e proprio periodo nero che sembra mettere fine ai sogni della Samp. A peggiorare il clima di sconforto sono i continui infortuni di Luca Pellegrini e la squalifica di Pagliuca per due giornate. Come un mare in tempesta in attesa di tornare in quiete, i calciatori e lo staff si riuniscono in una cena dove ognuno deve elencare i problemi al fine di ritrovare quell’equilibrio perduto.

Un faccia a faccia che riporta l’armonia negli allenamenti che vedono un vero e proprio cambio di mentalità, volta alla partita contro la Roma. Il match contro i giallorossi vede i calciatori andare negli spogliatoi sul risultato di 1-1, ma il gol da cineteca di Vialli segna la svolta che riaccende le speranze della Sampdoria e del popolo blucerchiato. Un sogno che passa per le strade di Genova dove anche i più piccoli vedono la grande possibilità di festeggiare la propria squadra del cuore, in quella che potrebbe essere una stagione storica. In un’atmosfera che si fa sempre più calda però, Luca Pellegrini si vede soffiare il posto in maniera definitiva da quello che è l’attuale presidente del club, ovvero Marco Lanna, con Boskov che che gli dà l’ultimatum dicendogli: “Squadra che vince non si cambia”. La partita decisiva è quella del 5 maggio del ’91 che vede il Doria affrontare l’Inter in una gara che ha dell’incredibile e che vede l’espulsione di Mancini e Bergomi. Una sfida che vede il club genovese realizzare l’impossibile espugnando San Siro con le reti di Dossena, il rigore neutralizzato da Pagliuca e il gol di Vialli.

Sampdoria, scudetto
Sampdoria, scudetto

Attimi di gioia che vedono passare improvvisamente tanti momenti nella mente dei tifosi, ma che allo stesso tempo fa alzare un velo sottile, ma allo stesso tempo pesante, fatto di ansia e paura di poter rimanere scottati dall’ennesima delusione. Un’escalation di emozioni difficile da descrivere, ma che possono essere percepite dalle voci dei calciatori, che esplodono letteralmente il 19 maggio del 1991 nel match contro il Lecce che vede le reti di Mannini, Cerezo e Vialli nei primi 45′ di gioco. Il triplice fischio sancisce una vittoria epocale per la Sampdoria che arriva sul tetto d’Italia, contro tutti coloro che la descrivevano come una squadra ancora non matura e all’altezza. Una vera e propria liberazione che vede un popolo in totale festa, dove tra le piazze di Genova si alzano in cielo le bandiere blucerchiate.

Wembley, da incubo a rivalsa della Sampdoria

La stagione successiva è all’insegna della Coppa dei Campioni che vede la Sampdoria arrivare al girone che sostituisce i quarti di finale, da cui esce una delle due finaliste del torneo. Una delle partite decisive è quella contro la Stella Rossa, in un clima surreale di tensione e scontri; in questo ambiente ostile e controverso, i calciatori del Doria trovano il coraggio di andare oltre ad ogni cosa, pensando solo a giocare e vincendo per 3-1. La partita decisiva, però, è quella contro il Panathinaikos, dove una formidabile Samp riesce ad agguantare il pareggio e a qualificarsi per la tanto sperata finale della competizione europea contro il Barcellona. Le voci intorno al futuro del club blucerchiato sono molte e creano un clima di preoccupazione generale riguardo la permanenza di Boskov e Vialli, che partiranno poi al termine della stagione. Un vero e proprio incubo quello che vede protagonista la compagine genovese, che, giunta ai supplementari, viene beffata da una punizione dubbia messa in rete dalla bordata di Koeman. L’olandese frantuma il sogno di un’intera città descritta dalle lacrime di Mancini, talento in campo e panchina, e dal dolore nel parlarne degli stessi protagonisti. Immagini e parole forti di chi l’ha vissuta sulla propria pelle e che vede la chiusura di un’annata, la più bella, ma che lascia un senso di amaro in bocca.

Abbraccio tra Mancini (Ct Italia) e Gianluca Vialli (Capo delegazione) @Image Sport
Abbraccio tra Mancini (Ct Italia) e Gianluca Vialli (Capo delegazione) @Image Sport

Ma se la vita mette tutti davanti a sconfitte e delusioni l’importante è avere la forza di rialzarsi come riescono a fare Mancini e Vialli, ma alla guida dell’Italia, accompagnati da Lombardo, Salsano e Nuciari a partire dal 2018. Le difficoltà però continuano a mettere i bastoni tra le ruote a Gianluca che scopre di avere un tumore, rivelato solo qualche tempo dopo al suo compagno d’avventura ai tempi del Doria. Ciò non lo fa arrendere e continua la sua esperienza al fianco del suo amico con gli azzurri e con le spalle girate verso la tribuna attende con ansia la fine dei calci di rigore contro l’Inghilterra, nella finale dell’Europeo l’11 luglio del 2021, fino all’errore di Saka. Luca e Roberto riescono così a riportare la Sampdoria nello Stadio di Wembley, che tanti anni prima l’aveva vista cadere contro il Barcellona, ma che adesso porta in un certo senso blucerchiati sul tetto d’Europa, come dimostrano le stesse dichiarazioni degli altri protagonisti della Samp d’oro, rilasciate appositamente per il film. Un abbraccio sincero quello tra i gemelli del gol che ha la parvenza di vittoria, ma che con sé porta molto altro, dalla sconfitta in Coppa dei Campioni fino alla lotta contro il grande male del numero 9.

La Bella Stagione, la recensione

L’anteprima de La Bella Stagione è andata in scena al cinema The Space del Porto Antico di Genova il 27 novembre 2022 e ha visto partecipare molti degli attori: Vialli, Mancini, Lanna, Bonetti, Invernizzi, Lombardo, Mannini, Pagliuca, Vierchowod e Dall’Igna. Un docufilm di rara bellezza, in grado di rievocare emozioni del passato tramite video ed immagini mozzafiato, ma soprattutto riuscendo ad alternarli ai racconti di chi quelle esperienze le ha vissute sulla propria pelle. Quelle della grande Sampdoria che da vincitrice dello Scudetto arriva a sfiorare l’impresa della Coppa dei Campioni, persa contro il Barcellona, seguita da lacrime e che vedono gli stessi protagonisti parlarne in modo quasi affannato. Clip ad hoc e che, accompagnate dai video dell’evento, fanno percepire perfettamente il dolore e il grande rammarico per non aver portato a casa quella finale.

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Le emozioni crescono ancor di più nel momento in cui si parla della lotta di Vialli affrontata nel periodo di affiancamento a Mancini alla guida dell’Italia. Una battaglia continua descritta anche dallo stesso Gianluca che, nonostante tutto, va avanti trovando una delle più grandi gioie insieme a Roberto, ovvero la rivincita nel maledetto Stadio di Wembley. Una chiusura che richiama perfettamente quello che è l’inizio del docufilm, partito dal trionfo degli azzurri con protagonisti i gemelli del gol, e che termina con un abbraccio tra i due che vale più di ogni trofeo. Una scelta azzeccata e mirata quella di far parlare, in merito all’importanza di Luca per l’Italia e alla vittoria dell’Europeo, Federico Chiesa, figlio d’arte di Enrico che nella Sampdoria ha giocato e che dell’ambiente Doria ne conosce tutti i segreti. A chiudere quella che è un’opera a dir poco da pelle d’oca sono i titoli di coda accompagnati in sottofondo da Lettera da Amsterdam, uno degli inni della Samp che accompagna con la sua dolce melodia la fine del cammino del 10 e del 9 blucerchiati.

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