Il problema razzismo negli stadi, non accenna a placarsi. L’ex attaccante dell’Inter, passato al Chelsea nell’ultima sessione di calciomercato, ne ha parlato in una intervista rilasciata alla CNN, a margine del concorso fotografico “No To Hate“, organizzato dalla società londinese: “Devo combattere perché non sto combattendo solo per me stesso. Sto combattendo per mio figlio, per i miei futuri figli, per mio fratello, per tutti gli altri giocatori e i loro figli, per tutti. I capitani di ogni squadra e quattro o cinque giocatori, come le grandi personalità di ogni squadra, dovrebbero avere un incontro con i CEO di Instagram, i governi e la FA e la PFA, e dovremmo semplicemente sederci attorno al tavolo e avere un grande incontro al riguardo”.
BOICOTTARE I SOCIAL MEDIA – “Alla fine della giornata, il calcio dovrebbe essere un gioco divertente. Non puoi uccidere il gioco con la discriminazione. Questo non dovrebbe mai accadere. Il calcio è gioia, è felicità e non dovrebbe essere un luogo in cui ti senti insicuro a causa dell’opinione di alcune persone non istruite. Se vuoi fermare qualcosa, puoi davvero farlo. Noi come giocatori, possiamo dire: “Sì, possiamo boicottare i social media”, ma penso che siano quelle società che devono venire a parlare con le squadre, o con i governi, o con i giocatori stessi e trovare un modo per per fermare tutto questo”.
INGINOCCHIARSI PRIMA DEI MATCH – “Penso che possiamo prendere posizioni più forti. Inginocchiarsi prima della partita? Sì va bene, tutti applaudono. Ma poi dopo il match, spesso ti ricapita di ricevere insulti“.