Nel calcio, soprattutto in Italia, è difficile vedere dei giovani talenti, i cosiddetti Next Gen, sfondare e rispettare le attese. Non è il caso di Piotr Zielinski, che partendo dall’Udinese, passando per Empoli e arrivando a Napoli ha compiuto un viaggio lungo dieci anni che con ogni probabilità culminerà con la vittoria del terzo Scudetto della storia azzurra, sotto il comando di Luciano Spalletti.
L’ormai ex Next Gen polacco ha vissuto una vita intera da quando ha scelto la strada del pallone in Serie A, passando per gioie incredibili, ma anche fallimenti e crolli per i risultati non ottenuti nel tempo. In questa stagione, insieme a Mario Rui, è l’unico reduce della cavalcata del Napoli dei 91 punti nel 2017/18, che aveva quasi consegnato lo Scudetto alla squadra ai tempi allenata da Sarri, proprio dopo una vittoria all’Allianz Stadium contro la Juventus allo scadere.
Next Gen, Zielinski e quel grido di liberazione che sa di traguardo
Un’immagine è rimasta impressa nella mente degli appassionati di questo sport e dei tifosi del Napoli dopo la vittoria per 1-0 allo scadere contro la Juventus, firmata da Raspadori. Quando il pallone colpito dal giovane attaccante Next Gen si è insaccato sfilando sotto le gambe di Szczesny, è stato emblematico il gesto di Piotr Zielinski, che dopo un grido di liberazione si è accasciato a terra stanco, ma soddisfatto per la sensazione di traguardo raggiunto.
Da quando è arrivato a Napoli, ha vissuto due vite ben distinte tra loro. Acquistato come giovane promessa Next Gen del calcio europeo per 15 milioni dall’Udinese, da Zielinski ci si aspettavano grandi cose per via delle sue interminabili doti tecniche, ma a tratti è stato additato come “incompleto” da addetti ai lavori e tifosi. Allo stesso tempo però il polacco si è reso protagonista di alcuni tra i momenti più belli della storia azzurra degli ultimi anni, specialmente nella stagione 2017/18.
Sulla panchina del Napoli sedeva Maurizio Sarri, allenatore rivoluzionario che applicò alla squadra un gioco europeo e che sognava di vincere quello Scudetto che mancava a Partenope da troppi anni. Nel suo centrocampo Zielinski era una pedina importante che alternandosi spesso con Hamsik e Allan, talvolta anche come regista basso al posto di Jorginho, garantiva al tecnico un equilibrio tra gestione e aggressività verso la porta.
Quella stagione terminò con un boccone amaro per Zielinski e i suoi compagni, dopo aver vinto proprio a Torino contro la Juventus in uno scontro decisivo per lo Scudetto. Alla fine, il Napoli non riuscì a compiere il sorpasso sui bianconeri, complice la sconfitta rimediata a Firenze per 3-0 contro la Fiorentina che spense i sogni di gloria azzurri. Nei tre anni successivi, con Ancelotti e Gattuso, il polacco si ritagliò sempre più il ruolo di perno del centrocampo, ma per questioni di cattiva gestione il progetto tecnico partenopeo fu un fallimento sotto ogni aspetto.
Next Gen, la rinascita di Zielinski con Spalletti
Nell’estate del 2021 arriva sulla panchina del Napoli un nuovo allenatore, Luciano Spalletti, con l’obiettivo di raggiungere finalmente lo Scudetto. Zielinski è da subito messo al centro del progetto del tecnico toscano, giovando della fiducia del club e dei suoi compagni e finalmente libero di mostrare a tutti il suo valore.
In questa stagione è stato chiaro fin da subito come il Napoli potesse davvero sognare in grande, verso il bersaglio grosso, anche grazie a giocatori come Zielinski. Il polacco ha sviluppato un nuovo ruolo, non più un trequartista votato solo all’attacco, ma un equilibratore capace di raccordare la mediana col reparto offensivo e all’occorrenza segnare anche qualche gol e fornire passaggi chiave ai compagni.
Un destino che ha deciso di fare il giro largo per arrivare a destinazione, così come il viaggio di Piotr Zielinski in Serie A, da promessa Next Gen a probabile Campione d’Italia con il suo Napoli, consapevole di aver passato momenti di grigio assoluto in azzurro per arrivare dove è ora, a testimonianza del fatto che a volte è necessario aspettare qualche anno se il talento ne vale davvero la pena.