C’è posta per Mourinho: Roma abbonata ad Azmoun Prime

Nel momento di maggiore difficoltà ad uscire fuori sono gli uomini di carattere, di cuore e così la Roma e Mourinho hanno trovato il loro dodicesimo uomo in campo: Azmoun

Lorenzo Gulino A cura di Lorenzo Gulino
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Penombra, buio, tenebre sono parole tanto semplici da pronunciare quanto complesse da comprendere. A quanti di noi è capitato di perdersi e di avere la percezione, anche solo per un attimo, di non riuscire più a trovare la giusta via? Quella sensazione di essere immersi nell’oscurità più profonda dalla quale sembra impossibile uscire, in quanti l’hanno avvertita sulla propria pelle? Questi momenti possono lasciarci in ginocchio, spezzarci, metterci KO, oppure, possono rivelare chi veramente ha il coraggio e il carattere di provarci ancora un’ultima volta.

Così la Roma, sotto 0-1 con il Lecce, ha trovato la forza di crederci fino in fondo, di tentare il tutto per tutto, ribaltando il risultato. Perché quando l’oscurità arriva non avvisa, non si fa scrupoli e colpisce duro senza pensarci due volte, proprio come le mille critiche fatte ai giallorossi. Ed è lì che bisogna essere pronti a resistere, contando anche sull’aiuto di chi, come Azmoun, la speranza non l’hai mai persa ed è riuscito ad infonderla nel cuore di ogni romanista in una serata a dir poco Magica.

Azmoun è il tuo momento

Giudicare basandosi sulle apparenze è ormai diventato un comportamento tipico della società odierna. La leggerezza e la superficialità, dunque, ci appartengono senza ombra di dubbio e Azmoun ne è la dimostrazione. Arrivato nel caldo agosto del 2023, nella disperata ricerca dell’attaccante titolare, l’intera Città Eterna, e non solo, al momento del suo annuncio ha avuto più di qualcosa da ridire.

Azmoun, Roma
Azmoun, Roma @livephotosport

Giudizi affrettati che hanno affibbiato un’etichetta sbagliata ad un calciatore che può dare tanto alla Roma e a Mourinho. Giudizi che hanno risuonato per mesi tra le strade ed i clacson della Capitale, ma che non hanno colpito Azmoun anzi, lo hanno motivato a migliorarsi per mettersi in luce ed essere la luce. Una rivelazione sulla quale in pochi avrebbero puntato e che si è trasformata, tutto d’un tratto, nel dodicesimo uomo in campo dello Special One.

Il jolly inaspettato

Lungimiranza o meno, la Roma ha puntato su Azmoun, contro tutto e tutti, e ora può godere della scelta fatta. La classe non è di certo quella di un mostro sacro come Dybala, ma le competenze tecniche fanno sicuramente parte del curriculum del 17 giallorosso. Fondamentale è poi la dinamicità dell’iraniano, soprattutto nei match più chiusi, ma a dettare legge è la sua grande capacità di inserimento tra le maglie delle difese avversarie. Insomma, la sua utilità, adesso più che mai, non può essere argomento di discussione.

A tutto ciò, però, va aggiunta la più grande peculiarità mostrata da Azmoun: il cuore. Quella corsa dopo la rete del pareggio contro il Lecce, quel pallone lanciato in aria come segno di liberazione, quel volto così pieno di voglia e fame nel recuperare una gara ormai data per persa sono l’emblema di questa Roma. L’iraniano ha così preso posto, in una settimana importante che sa già di derby, tra i condottieri di Mourinho, sostenitori di un unico credo: “Quando il mondo dice ‘Rinuncia’, la speranza sussurra ‘Prova ancora una volta’”.

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