In una storica decisione presa durante l’assemblea azionaria della Premier League, è stato votato un rigido tetto salariale che sarà implementato a partire dalla stagione 2025-2026. Nonostante il dissenso di alcune squadre di spicco, tra cui Manchester City, Aston Villa e Manchester United, la nuova regolamentazione obbligherà i club a mantenere una proporzione tra le spese e i guadagni provenienti da diritti televisivi e sponsorizzazioni.
Il principio cardine di questa rivoluzione finanziaria, conosciuto come “ancoraggio”, stabilirà un limite massimo di spesa per ogni club, determinato da un multiplo degli introiti più bassi ottenuti da un club attraverso accordi commerciali e trasmissioni televisive. Tale cifra, attualmente stimata a 5 volte gli introiti minimi, sarà vincolante per tutte le squadre.
Con il Southampton al vertice degli introiti minimi nella stagione in corso, il tetto salariale si aggirerebbe intorno ai 605 milioni di euro. Come si legge tra le righe di AS, squadre come il Chelsea, che hanno superato ampiamente questa cifra negli stipendi dello scorso anno, dovranno rivedere le proprie strategie finanziarie per conformarsi alla nuova normativa.
La distribuzione degli introiti televisivi e commerciali avverrà in base a un sistema equo, con il 50% suddiviso in parti uguali tra tutti i club, il restante 50% determinato dalla classifica e dalle partite televisive. La ratifica definitiva di questa decisione avverrà durante l’Assemblea Generale prevista per giugno, segnando un punto di svolta nei rapporti finanziari del calcio inglese.