Riccardo Ferri è una delle colonne portanti dell’Inter. Pilastro fondamentale della storia dei nerazzurri, nonché bandiera del club meneghino, Ferri a Milano ha conquistato fra coppe e scudetti, alcuni dei più importanti traguardi calcistici desiderabili per un calciatore. Traguardi, ancora oggi presenti nella bacheca di Viale della Liberazione. Nato a Crema nell’agosto del 63’, la carriera di uno dei più talentuosi difensori ad aver mai militato nel nostro campionato, è legata indissolubilmente alla maglia dell’Inter. 418 apparizioni in nerazzurro, spalmate in 13 stagioni e a cui sommare 45 presenze con la Nazionale. Numeri impreziositi da: uno scudetto, una Coppa italia, una Supercoppa italiana, 2 Coppe Uefa e un numero inestimabile di duelli vinti sul campo, con la grinta e la tenacia di chi è disposto a sacrificare tutto per la propria causa. Oggi Riccardo Ferri è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, per parlare della sua carriera calcistica, con uno sguardo verso l’Inter di adesso e del domani.
Riccardo Ferri: “L’Inter un amore indelebile. Maradona l’avversario più difficile”
I suoi numeri con la maglia dell’Inter sono a dir poco eccezionali. Cosa prova oggi ripensando al suo percorso e quanto la rende orgoglioso sapere di essere una delle colonne portanti della storia del club meneghino.
“È per me motivo di orgoglio ricordare il mio percorso nell’Inter iniziato a 13 anni e poi concluso da calciatore a 31 anni. L’Inter ha rappresentato e rappresenta per me un amore indelebile. Il mio è un percorso di emozioni, generate da successi ed insuccessi che insieme hanno contribuito a farmi crescere come uomo e calciatore”.
Lei ha affrontato avversari del calibro di Gullit, Zico, Maradona, passando per Schillaci, Zola e Van Basten. Ma se dovesse indicare il centravanti più ostico che ha mai fronteggiato, chi sceglierebbe?
“Maradona su tutti perché unico e assoluto fenomeno, capace di cambiare il volto di una partita, ma anche della squadra in cui gioca. A seguire Van Basten e Careca, giocatori diversi ma con spiccate qualità molto rare da ricercare in altri calciatori”.
Chi è (ammesso che esista) il Riccardo Ferri di oggi?
“Fare degli accostamenti è sempre molto difficile, il ruolo del difensore e’ cambiato molto negli ultimi decenni. Il difensore oggi viene giudicato da come partecipa alla costruzione del gioco e meno nella capacità di annullare l’attaccante avversario. Samuel assomigliava molto al difensore dei nostri anni, bravo nell’anticipo e di testa, ma altrettanto bravo nella tattica individuale”.
Riccardo Ferri: “All’Inter è mancata brillantezza e intensità. Sul futuro…”
Concentrandosi invece sul panorama calcistico attuale, ma mantenendo un focus privilegiato sempre sull’Inter. Che voto dà alla stagione dei nerazzurri e cosa è mancato in modo particolare per la vittoria dello scudetto?
“Per la stagione direi 9 pieno, sarebbe stato un 10 se l’Inter avesse vinto anche il campionato. Secondo me è mancata la brillantezza e intensità dimostrata fino al 75’ nel derby perso 2-1 del 5 febbraio. Li poi la squadra ha perso punti importanti e concesso alle inseguitrici di recuperare il terreno perso”.
Da dove deve ripartire ora l’Inter. Crede che Paulo Dybala possa essere l’uomo giusto per l’attacco di Simone Inzaghi?
“L’Inter deve ripartire da come ha concluso il campionato, di Dybala nulla ancora è certo. Ricordo comunque che quest’anno l’Inter ha realizzato 84 goal confermando il miglior attacco”.