Sebastian Vettel, pilota e uomo d’altri tempi: quattro titoli mondiali e tanta passione

Sebastian Vettel, oltre il pilota: passione per le auto e attivo nelle battaglie sociali, uomo d'altri tempi

Redazione A cura di Redazione
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La Formula 1 non lascia scampo: si tratta di un mondo dove a renderti conto che è meglio lasciar spazio ai più giovani ci si mette un attimo. È andata un po’ così la vicenda di Sebastian Vettel, pilota che è riuscito a trasmettere l’amore per il proprio lavoro a migliaia di appassionati. Se vogliamo, potremmo definire il buon Seb come un pilota d’altri tempi, quando ancora non esistevano i social network, ma di battaglie sociali se ne facevano eccome, esattamente come quelle portate avanti dal quattro volte campione del mondo tedesco, che nel corso degli anni ha sempre dato un occhio di riguardo alle vicende più delicate al di fuori del circus.

Vettel, la nascita di una stella

Sebastian Vettel, Formula BMW 2004
Sebastian Vettel, Formula BMW 2004

Sebastian Vettel nasce nella cittadina di Heppenheim, in Assia, il 3 luglio del 1987. Già dalle primissime gare sui kart si nota il talento nella guida, grazie al quale vince anche alcuni titoli. Il 2003 è un anno molto importante per gli sviluppi della sua carriera: passa infatti sulle monoposto del Formula BMW, campionato che si aggiudicherà l’anno successivo vincendo ben 18 dei 20 appuntamenti. Nel 2005 passa nel Formula 3 Euro Series, dove si affermerà come miglior rookie della stagione concludendo in quinta posizione. Gli ottimi piazzamenti gli valgono un test con la Williams, grazie proprio alla vittoria del campionato marchiato BMW, casa che allora forniva i motori alla scuderia britannica.

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Nel 2006 si piazzerà secondo in Formula 3 Euro Series, correndo anche in altri campionati come il Formula Renault 3.5, vetture che guiderà in pianta stabile nel 2007, salvo poi passare nella Scuderia Toro Rosso per concludere la stagione in Formula 1 nonostante fosse leader nel monomarca francese.

Esordio in F1 e trasferimento nella famiglia Red Bull

Sebastian Vettel, BMW Sauber 2007
Sebastian Vettel, BMW Sauber 2007

Prima di parlare di quanto accadde con la Toro Rosso, è necessario parlare del suo debutto nella classe regina dell’automobilismo. Il primo Gran Premio del tedesco nel mondiale di Formula 1 è dunque il GP degli Stati Uniti, corso con la BMW Sauber che dovette fare i conti con il gravissimo infortunio di Robert Kubica in seguito ad uno spaventoso incidente. Sebastian Vettel si piazzerà 8º a Indianapolis, conquistando subito il suo primo punto iridato, divenendo il più giovane pilota a raggiungere questo piccolo record, poi infranto da Daniil Kvjat nel 2014.

Termina la stagione 2007 passando sul sedile della Toro Rosso, sostituendo Scott Speed. Il debutto con la scuderia di Faenza arriva nel Gran Premio d’Ungheria, ma è in Giappone che Vettel stupirà tutti lottando per il podio sotto la pioggia battente del Fuji. Seb sarà poi costretto al ritiro a causa di un incidente causato da un anomalo rallentamento di Lewis Hamilton, leader della corsa. In Cina si riscatterà almeno parzialmente, conquistando la quarta posizione sotto la bandiera a scacchi.

Lacrime di gioia nel diluvio di Monza: arriva la prima vittoria

Sebastian Vettel, vittoria a Monza su Toro Rosso 2008
Sebastian Vettel, vittoria a Monza su Toro Rosso 2008

Dopo gli ottimi risultati ottenuti nel finale di stagione, Vettel viene riconfermato dalla Scuderia Toro Rosso anche per la stagione successiva. Il 2008 è un anno particolare per il tedesco, che per la prima volta si trova ad affrontare un’intera stagione del mondiale di Formula 1. Il campionato inizia subito in salita, ritirandosi in quattro occasioni nei primi cinque appuntamenti. Come sappiamo però, basta un episodio favorevole per ribaltare le sorti della stagione. Grazie al 5º posto conquistato nel Gran Premio di Monaco, dopo essere partito dall’ultima fila, Seb raccoglierà diversi punti.

Nel mese di luglio viene annunciato ufficialmente il passaggio del tedesco al team madre, la Red Bull, che a fine stagione vedrà David Coulthard lasciare il sedile. Arriviamo dunque al Gran Premio d’Italia, round in cui Vettel conquisterà la prima pole position della carriera al sabato. La gara, caratterizzata da un tremendo diluvio, regalerà al tedesco la sua prima vittoria in Formula 1, un evento che segnerà la memoria di tutti gli appassionati: un giovane talento, vincente su una monoposto italiana, con la consapevolezza che la strada davanti a sé promette grandi trionfi. Vettel andò vicino a cambiare l’esito del mondiale quando, in Brasile, ultimo appuntamento stagionale, riuscì a sorpassare Lewis Hamilton, che riconquistò la quinta posizione solamente nelle ultime curve sopravanzando Timo Glock.

Red Bull, dominio totale: quattro titoli iridati

Sebastian Vettel, Abu Dhabi 2010
Sebastian Vettel, Abu Dhabi 2010

Nell’inverno preparativo per la stagione 2009 assistiamo quindi al passaggio di Sebastian Vettel dalla Toro Rosso al team principale, ovvero la Red Bull. I piani della casa austriaca sono ambiziosi, e già per il mondiale in procinto di cominciare l’obiettivo è quello di portare a casa il titolo grazie anche ad una vettura molto competitiva. Dovranno fare però i conti con Jenson Button su Brawn, che vincerà il campionato piloti piazzandosi proprio davanti al tedesco.

È dal 2010 che la Red Bull diventa la squadra da battere: il team riesce a costruire, grazie anche alla collaborazione con Renault, che ai tempi forniva loro i motori, una monoposto che segnerà in maniera decisiva la storia della Formula 1, iniziando un ciclo duraturo, lungo ben quattro anni. Quattro stagioni ricche di gioia per Sebastian Vettel, che conquisterà quattro titoli mondiali. Tra questi va menzionato il mondiale 2012, dove il tedesco e Fernando Alonso lottarono fino all’ultimo appuntamento in Brasile. Alla fine, come abbiamo appena detto, fu Seb ad avere la meglio sul pilota della Ferrari.

Con il cambio dei regolamenti introdotto nel 2014, che prevedevano il passaggio a power unit turbo ibride oltre ad altri accorgimenti tecnici come l’altezza del muso anteriore, la Red Bull non è riuscita a trovare la quadra della situazione: la RB10 è nata sotto una cattiva luna e, con i risultati che non arrivavano e la Ferrari alla ricerca di un pilota che potesse prendere il posto di Fernando Alonso, Vettel decise di iniziare una nuova avventura con la Rossa.

Ferrari, un sogno che (non) si avvera: l’amore per la Rossa

Sebastian Vettel, prima vittoria in Ferrari Malesia 2015
Sebastian Vettel, prima vittoria in Ferrari Malesia 2015

Da bambino, come annunciato dallo stesso tedesco in diverse occasioni, Vettel aveva come idolo Michael Schumacher, pilota che con la Ferrari conquistò ben sette titoli mondiali. L’intenzione di Seb era quella di riportare la Rossa alla vittoria del campionato piloti, che mancava dal 2007. Il 2015 fu un anno interlocutorio, ma è indimenticabile la prima vittoria del tedesco con la vettura di Maranello, in Malesia. Neanche il 2016 non fu un annata ricca di gioie, nella quale la Ferrari non riuscì a vincere nemmeno un Gran Premio.

Discorso diverso per quanto riguarda il 2017, dove la Rossa vide i propri sogni infrangersi esattamente come le monoposto di Vettel e Raikkonen nel Gran Premio di Singapore, giusto qualche metro dopo il via a causa anche dell’asfalto bagnato. In un mondiale giocato punto per punto, in piena lotta con la Mercedes, quell’episodio risultò essere decisivo tanto dal punto di vista matematico, quanto dal punto di vista psicologico.

Sebastian Vettel, incidente Hockenheim 2018
Sebastian Vettel, incidente Hockenheim 2018

Giungiamo quindi al 2018, anno in cui, dopo diverso tempo, la Ferrari sembrava essere riuscita ad ottenere la vettura migliore rispetto ai competitor. Si accese una battaglia intensissima con la Mercedes, alla pari di quella dell’anno precedente se non ancora più calda. Il punto cardine di quel mondiale, che probabilmente lo decise, fu il Gran Premio di Germania. A casa sua, sotto una pioggia torrenziale che arrivò improvvisamente, Sebastian Vettel fu costretto al ritiro dopo un errore piuttosto banale che portò la sua Ferrari numero 5 ad impattare contro le barriere.

Le stagioni 2019 e 2020 non furono di certo brillanti: nel 2019 ricordiamo l’errore a Monza, quando Vettel perse il controllo della sua Rossa alla variante Ascari per poi rientrare in modo poco sicuro, colpendo persino l’incolpevole Stroll che transitava. Nel 2020 arrivò invece il contatto nel circuito di Interlagos, in Brasile, con il suo compagno di squadra Charles Leclerc. Queste due stagioni furono abbastanza travagliate: arrivò quindi la decisione di lasciare Maranello e provare il nuovo progetto Aston Martin. Una scelta triste per chi sperava di rivedere un tedesco trionfare con i colori della Scuderia, ma dolorosa soprattutto per lui, che non è riuscito a realizzare il sogno di una vita.

Aston Martin: pochi sorrisi, tante delusioni

Sebastian Vettel
Sebastian Vettel

Poco tempo in Aston Martin è bastato per prendere la decisione definitiva, ma procediamo con ordine. Tra le varie delusioni arrivate nel corso della sua permanenza con la scuderia britannica, bisogna ricordare i momenti positivi, come la conquista della seconda piazza nel Gran Premio d’Azerbaijan in una gara rocambolesca. Le scelte del team non sono state poi in linea con le sue, così, Vettel ha deciso che è giunto il suo momento, è arrivata l’ora di salutare il circus per lasciare spazio ai giovani, al nuovo che avanza.

Vettel, passione e lotte sociali: oltre il pilota

Casco Sebastian Vettel

Il mondo va avanti, la società si evolve, e in un paddock completamente stravolto rispetto a quanto si vedeva alcuni anni fa, Sebastian Vettel non si trova più a proprio agio. “I love this sport” ha dichiarato nel video rilasciato sui social in cui annunciava il proprio ritiro, perché Seb è un uomo vecchio stampo, che non è da intendere con un’accezione negativa. Seb si rende conto che il suo tempo in Formula 1 è ormai trascorso, ed è giunto il momento di farsi da parte.

Il futuro che lo attende sarà sicuramente nel continuare le lotte sociali avviate tempo fa, su tutte quella dell’eguaglianza tra generi e razze e quella per la salvaguardia dell’ambiente, con la nostra cara Terra sempre più in difficoltà. Ed è proprio con la terra, intesa come casa, che ci ricolleghiamo ai team radio iconici, entrati di diritto nella storia della F1 grazie alla spontaneità di chi si è sempre dimostrato sincero.

“Qui a casa loro”, quando trionfò a Silverstone davanti alle Mercedes; “Grazie ragazzi, forza Ferrari”, quando taglio il traguardo in Malesia e ottenne la sua prima vittoria in rosso; “Lasciatemi guidare, perché non sono lento”, quando vinse il GP di Singapore nel 2015 sulle note de L’italiano di Totò Cutugno; “E adesso, io quasi quasi dirò addio e auguro… auguro il meglio”, quando, sulle note di Azzurro, salutò la sua amata Ferrari. E chissà cosa preparerà Seb in vista dell’ultima gara ad Abu Dhabi.

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