Caso Acerbi, il difensore dell’Inter rischia grosso: il precedente in Chievo-Pisa

Caso Acerbi destinato a protrarsi per un bel po' con il difensore dell'Inter che, dopo l'esclusione dalla Nazionale, rischia grosso: un precedente in Chievo-Pisa apre scenari preoccupanti

Lorenzo Zucchiatti
2 Minuti di lettura

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Il caso Acerbi fa tendenza, il quello che è stato un episodio spiacevole che sta rubando la scena in tutto quello che di buono si è visto, a livello di gioco, nel match tra Inter e Napoli. Il presunto insulto razzista proferito all’indirizzo di Juan Jesus sta mettendo nei guai il giocatore, rispedito a casa dalla Nazionale e pronto ad un confronto chiesto dal club nerazzurro per chiarire l’accaduto. Sebbene il brasiliano dei partenopei abbia minimizzato e accettato le scuse, il difensore nerazzurro rischia grosso.

Spunta infatti un precedente in Chievo-Pisa del 22 dicembre 2020: in quell’occasione, Michele Marconi aveva proferito la frase “La rivolto degli schiavi” al collega Joel Obi, con la Procura Federale che, dopo aver aperto un’indagine a seguito della denuncia del club veneto, aveva commisurato 10 giornate di squalifica. Una decisione confermata in ultima istanza dalla Corte d’Appello che ora potrebbe risultare fatale per Acerbi, che non è escluso possa ricevere lo stesso trattamento.

L’agente Pastorello difende Acerbi: “La parola n***o non l’ha mai detta”

Lo stesso ex procuratore aggiunto della FIGC Marco Di Lello ha dichiarato a Radio Punto Nuovo che il precedente in Chievo-Pisa andrebbe applicato anche in tale caso, ma a difendere Acerbi ci pensa l’agente Pastorello direttamente dal TransferRoom: Acerbi mi ha detto che in campo c’è stato un diverbio con Juan Jesus, ma non ha utilizzato nessuna frase razzista. La parola n***o non l’ha mai detta e credo alle sue parole. È un ragazzo di spiccata moralità e non ho dubbi su quello che dice. Lui e Jesus si sono chiariti fra di loro”.