I social network erano nati con le migliori intenzioni: connettere il mondo, facilitare la comunicazione e abbattere le barriere geografiche. Eppure, oggi ci troviamo a fare i conti con un problema ben più profondo e preoccupante. I social network stanno alimentando un circolo vizioso di comportamenti estremi e irresponsabili che, senza mezzi termini, stanno generando una nuova generazione di psicopatici liberi online.
Prendiamo ad esempio il recente caso di ragazzini che gettano gatti dai ponti per raccogliere qualche miserabile “like” e “follow”. Questo tipo di comportamento, che sarebbe stato impensabile solo qualche decennio fa, è diventato una realtà angosciante. La ricerca di attenzione a tutti i costi, favorita dai meccanismi di gratificazione immediata delle piattaforme social, ha portato a una desensibilizzazione verso la violenza e la crudeltà.
Gli animali, prima, e poi…
Non sono solo gli animali a subire le conseguenze di questa deriva digitale. Giovani che si arrampicano sul Duomo di Milano o su altri monumenti storici, rischiando la vita per ottenere qualche minuto di notorietà online, mostrano una totale mancanza di rispetto per la propria sicurezza e per il patrimonio culturale. È il trionfo dell’egoismo, della superficialità e dell’incoscienza, mascherati da coraggio e audacia.
Ma la follia non si ferma qui. Le notizie di persone che fanno il bagno con gli squali per filmarsi e postare video sui social, solo per poi perdere la vita in queste imprudenti acrobazie, sono ormai all’ordine del giorno. Questi tragici episodi non solo mettono in luce l’estremo a cui può arrivare la ricerca di visibilità, ma anche la pericolosa indifferenza verso la propria incolumità.
La realtà è che…
La realtà è che i social network hanno creato un terreno fertile per il narcisismo patologico e l’autocelebrazione. Le piattaforme sono progettate per premiare il contenuto più estremo e scioccante, ignorando le conseguenze reali che questi comportamenti possono avere. Il “mi piace” è diventato la valuta del successo sociale, e per ottenerlo, le persone sono disposte a fare qualsiasi cosa.
È giunto il momento di riconoscere che i social network, così come sono strutturati oggi, sono un errore dell’umanità. Hanno distorto i valori, esaltato il superficiale e promosso comportamenti pericolosi. La responsabilità non ricade solo sulle piattaforme, ma anche su di noi, gli utenti, che continuiamo a dare valore a queste follie.
Dobbiamo chiedere un cambiamento radicale nel modo in cui i social network operano, favorendo contenuti positivi, educativi e rispettosi. Dobbiamo educare le nuove generazioni a usare questi strumenti in modo consapevole e responsabile, evitando che il bisogno di approvazione online si trasformi in tragedia.
Solo riconoscendo i danni e lavorando attivamente per mitigare questi effetti possiamo sperare di risanare il tessuto sociale che i social network hanno contribuito a lacerare. Il futuro della nostra società dipende dalla nostra capacità di imparare dai nostri errori e di correggerli prima che sia troppo tardi.