Da Calzona a Martusciello, passando per Gotti: la Serie A ai piedi dei vice Sarri

Per il prossimo turno e per certi aspetti fino al termine della stagione, la Serie A vedrà protagonisti su tre panchine diverse tre allenatori che hanno avuto esperienza da vice di Maurizio Sarri: Gotti cercherà la salvezza col Lecce, Calzona e Martusciello vogliono l'Europa con Napoli e Lazio. Cosa ha lasciato il mentore toscano?

Mattia Gruppioni
9 Minuti di lettura
Francesco Calzona, Napoli
Francesco Calzona, Napoli @Twitter

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19 febbraio e 12 marzo 2024. Cos’hanno in comune queste due date? Semplicemente, uno dei numerosi turning points della stagione di Serie A. E nello specifico? Rispettivamente l’esonero di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli, quello di Roberto D’Aversa a Lecce e, come un fulmine in un cielo non propriamente sereno, ma abbastanza denso di cumulonembi, le dimissioni di Maurizio Sarri. E quindi? – potrebbe chiosare qualcuno. Nello stesso giorno delle tre differenti decisioni da parte di Napoli, Lecce e Lazio arrivano sulle rispettive panchine tre diversi condottieri: Francesco Calzona, Luca Gotti e Giovanni Martusciello.

Tutti e tre accomunati da un passato più o meno recente da assistenti in panchina di quel Maurizio Sarri che, evincendo le difficoltà di gestione della sua Lazio, ha compiuto un gesto d’altri tempi nel mondo del calcio, rinunciando allo stipendio che la società del presidente Lotito gli avrebbe dovuto fino almeno al prossimo giugno 2025 e dimettendosi in maniera autonoma. Calzona ne è stato il vice ai tempi del Napoli di Mertens ed Insigne, mentre Gotti addirittura compì col tecnico toscano la cavalcata che portò il Chelsea sul tetto dell’Europa League: infine, Martusciello è stato il secondo di Sarri prima ad Empoli, poi a Torino – sponda Juventus – ed in conclusione proprio alla Lazio. Ma cosa hanno portato e porteranno questi tre allenatori alla Serie A? Quali idee dell’allenatore toscano riusciranno a tramandare, facendole loro, e quali invece hanno già smontato e smonteranno?

Calzona al Napoli, l’impronta di Sarri: difesa a 4 ed attacco spumeggiante

La coppia formata da Francesco Calzona e Maurizio Sarri ha origine antiche, addirittura fin dall’ormai lontano 2007, quando il nativo toscano chiama con sé il calabrese per l’esperienza sulla panchina dell’Avellino: ne nascerà un rapporto costante anche in quel di Empoli, Verona e Perugia, fino ad arrivare a quel Napoli che per anni ha dato filo da torcere alla Juventus nella lotta allo Scudetto. Il triennio 2015-2018 è infatti uno dei periodi di massimo splendore del club partenopeo, con il tridente formato da Callejon, Mertens ed Insigne che fa faville in giro per l’Italia e per l’Europa: il tridente d’attacco è mantra anche dell’attuale Napoli di Calzona, necessariamente diverso per caratteristiche.

Calzona, Napoli
Calzona, Napoli @Twitter

I lunghi tagli di Insigne a favorire lo spagnolo hanno infatti lasciato spazio ormai da tempo alla fantasia ed all’estro qualitativo di Kvaratshelia e Politano, nonché la tecnica di Mertens ha avuto modo di essere rimpiazzata dall’attacco alla profondità di Victor Osimhen. Non solo, perché come in quello di Sarri il Napoli di Calzona fa della pressione alta e del palleggio due delle proprie caratteristiche principali in fase di difesa ed in fase di possesso, lasciando quindi emergere le geometrie e la verticalità derivanti dalla visione di Lobotka e dagli ottimi inserimenti dei centrali difensivi – Rrahmani e Juan Jesus su tutti, attendendo il rientro a pieno regime di Natan.

Un’impronta che Sarri ha evidentemente lasciato all’ex vice Calzona è invece quella inerente la retroguardia composta da quattro uomini: per quanto Di Lorenzo abbia caratteristiche diverse rispetto ad Hysaj, dall’altra parte i connotati di Olivera e Mario Rui – già a Fuorigrotta nell’ultima stagione della coppia in panchina – somigliano parecchio a quelli avuti anni fa dai vari Strinic e Ghoulam, propendenti all’attacco piuttosto che alla difesa. Il blocco centrale è composto come allora, sebbene non per volontà dello stesso Calzona, arrivato a stagione in corso, con fisicità e tecnica, con Rrahmani caposaldo come Koulibaly ai tempi dell’esperienza in Campania.

Gotti stravolge le idee di Sarri: dopo l’Udinese, rilancio al Lecce

Presentato in conferenza stampa nel corso della giornata di mercoledì 13 marzo come nuovo allenatore del Lecce in seguito all’esonero di D’Aversa, Luca Gotti ha vissuto un’esperienza difficilmente dimenticabile con Sarri sulla panchina del Chelsea: vice allenatore del toscano nella stagione 2018/19, il nativo di Adria ha carattere completamente diverso rispetto a quello di Mau, presentandosi spesso e volentieri in maniera pacata ed umile difronte ai microfoni della stampa – non che Sarri abbia fatto il contrario quando chiamato in causa, ma non sono mancate al tempo stesso dichiarazioni pungenti, dita nella piaga e frecciatine a Lotito ed alla sponda giallorossa della capitale.

Dal punto di vista prettamente di campo, invece, Gotti ha letteralmente stravolto quelle che potevano essere le idee di Sarri al Chelsea: il nuovo allenatore del Lecce ha sempre prediletto nelle precedenti esperienze allo Spezia ed all’Udinese la difesa a tre, avendo un atteggiamento maggiormente attendista e pronto a pungere le difese avversarie in contropiede. Chiaro è che Gotti si sarà certamente adeguato a quelle che erano anche le necessità di classifica delle due formazioni bianconere: lo stesso potrebbe fare in Salento, dove ha già ammesso non toccare la solida difesa a quattro costruita da Corvino in estate.

Presentazione Luca Gotti, Lecce
Presentazione Luca Gotti, Lecce @Twitter

Ecco allora che potrebbe tornare in auge il tanto acclamato tridente sarriano, con Banda ed Almqvist ai lati di uno solo tra Piccoli e Krstovic. Attenzione però al possibile passaggio ad un centrocampo a rombo per favorire contemporaneamente la convivenze della fantasia di giocatori tecnici come Rafia ed Oudin, sacrificando appunto almeno un esterno. Quello che certamente non dovremmo vedere rispetto alle idee di Sarri è una difesa alta, quasi sulla linea di centrocampo: Gotti ha sempre pensato prima di tutto ad occupare ampie porzioni di campo e prevenire dunque gli spazi liberi nell’ultimo quarto di campo. E chissà che questo mantra non possa essere quindi rivisto a Lecce, nel tentativo di raggiungere quanto prima la salvezza.

Martusciello erede legittimo di Sarri: aspettando Tudor

Le vicissitudini in casa Lazio stanno prendendo una piega sempre più scomoda e repentinamente in grado di cambiare, con la guida della formazione biancoceleste affidata per la prossima sfida contro il Frosinone a quel Martusciello che, fino ad un paio di giorni fa, era il vice di Maurizio Sarri. Chiaro ipotizzare che non cambierà il modulo, le caratteristiche e la volontà di fare punti per rincorrere ancora una volta l’Europa, ma il “nuovo” condottiero del club capitolino ha la grande occasione di mettersi in luce davanti alla Serie A.

Giovanni Martusciello, Lazio
Giovanni Martusciello, Lazio @LPS

Nelle prossime ore dovrebbe approdare ufficialmente Igor Tudor sulla panchina della Lazio, ma a quel punto che ne sarà di Martusciello? Da capire se il classe ’71 riprenderà contatti e carriera al fianco di Sarri oppure se si dividerà da quest’ultimo per intraprendere la propria personale carriera da primo allenatore: un po’ come è poi stato e diventato tanto per Calzona quanto per Gotti, che nella guida toscana hanno visto il loro mentore ed ora insegnano calcio ed impartiscono dettami tattici per loro conto. Martusciello sembra essere – per esperienza, età, carisma e risultati quando chiamato in causa – l’erede perfetto e legittimo di Sarri, ma solo il fattore tempo saprà confermarlo. Intanto, per la prossima giornata da un lato e fino al termine della stagione dall’altro, la Serie A si inchina agli ex vice del profilo partenopeo.