Inter-Napoli, passaggio di testimone per lo Scudetto: modelli a confronto

Bilanci, operazioni di mercato, settori giovanili e merchandising: quella tra Inter e Napoli non sarà solo la partita del passaggio di testimone per lo Scudetto, ma soprattutto il confronto tra due modeli societari ben differenti

Riccardo Siciliano
17 Minuti di lettura
Inter-Napoli, passaggio di testimone per lo Scudetto: modelli a confronto
Inter-Napoli, passaggio di testimone per lo Scudetto: modelli a confronto

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La 29ª giornata di Serie A si chiude con il posticipo delle 20:45 tra Inter e Napoli, proprio a poco più di una settimana di distanza dall’abdicazione ufficiale dei partenopei dal trono d’Italia. Sono addirittura 31 i punti di differenza tra le due formazioni: i nerazzurri hanno dominato il campionato e si avviano verso la conquista della seconda stella, gli azzurri si apprestano a chiudere una stagione fallimentare, dove l’unico obiettivo rimasto è il quarto posto.

Questa però è una sfida che nasconde molto di più di quello che si limiterà a raccontare il terreno di gioco. Il passaggio di testimone dal Napoli all’Inter per lo scettro Tricolore ci racconta due progetti ben differenti, in termini di programmazione, bilancio, operazioni di calciomercato, settore giovanile e merchandising. Andremo adesso ad analizzare al microscopio le situazioni delle due squadre.

I bilanci

La prima sostanziale differenza riguarda il bilancio. Da una parte l’Inter, con un rosso pari a 85,8 milioni di euro al 30 giugno 2023, dati in miglioramento di circa 55 milioni di euro rispetto all’esercizio 2021/2022, chiuso in perdita per 140 milioni di euro. Il fatturato è stato pari a 425,5 milioni di euro (439,6 milioni nell’esercizio chiuso il 30 giugno 2002), mentre i costi sono diminuiti scendendo a quota 465,5 milioni di euro (contro i 527,9 milioni della scorsa annata).

Dall’altra il Napoli, che ha invece chiuso il bilancio al 30 giugno 2023 con un utile pari a 79,7 milioni di euro, rispetto al rosso di 51,9 milioni dell’esercizio precedente. Il fatturato del club di De Laurentiis è stato pari a 359,2 milioni di euro (175,9 milioni nel 2022), mentre i costi sono rimasti costanti, passando da 241,1 a 242,5 milioni di euro.

Dato significativo anche quello che riguarda il debito societario: l’indebitamento finanziario netto dell’Inter è pari a -303,8 milioni di euro, mentre per il Napoli i crediti ammontano a circa 111 milioni di euro.

Ricavi Inter

  • Ricavi da gara: 78,9 milioni di euro
  • Ricavi partnership: 74,5 milioni di euro
  • Ricavi da diritti tv: 196,5 milioni di euro
  • Ricavi da gestione diritti calciatori, da cessione temporanea e altri proventi: 37,1 milioni di euro
  • Altri ricavi: 45,7 milioni di euro
  • TOTALE: 425,5 milioni di euro

Costi Inter

  • Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo, merci: 9,5 milioni di euro
  • Costi per servizi: 62,0 milioni di euro
  • Costi per godimento di beni terzi: 13,6 milioni di euro
  • Costi per il personale: 226,9 milioni di euro
  • Ammortamenti e svalutazioni: 122,2 milioni di euro
  • Altri costi: 31,3 milioni di euro
  • TOTALE: 465,5 milioni di euro

(Fonte dati: Calcio e Finanza)

Steven Zhang, presidente dell'Inter - @livephotosport
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Ricavi Napoli

  • Ricavi da gara: 37,9 milioni di euro
  • Ricavi da sponsor, commerciali e royalties: 58,6 milioni di euro
  • Ricavi da diritti tv: 160,9 milioni di euro
  • Ricavi da gestione diritti calciatori, da cessione temporanea e altri proventi: 84,2 milioni di euro
  • Altri ricavi: 17,6 milioni di euro
  • TOTALE: 359,2 milioni di euro

Costi Napoli

  • Costi per servizi: 25,6 milioni di euro
  • Costi del personale: 111,2 milioni di euro
  • Ammortamenti e svalutazioni: 85,4 milioni di euro
  • Altri costi: 20,3 milioni di euro
  • TOTALE: 242,6 milioni di euro

(Fonte dati: Calcio e Finanza)

Aurelio De Laurentiis, Napoli
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Modelli a confronto

Mentre l’Inter si sta riprendendo a fatica dalle problematiche post Covid, la stagione dello Scudetto del Napoli è stata l’annata dei record economici. Gli azzurri hanno registrato una crescita esponenziale per quanto riguarda i ricavi dai diritti tv, dal botteghino e dagli sponsor, abbassando contemporaneamente i costi per salari e stipendi del personale tesserato (da 125 a 105).

Il Napoli rappresenta un modello di gestione virtuosa a livello finanziario, che è stato anche capace di produrre risultati sportivi ai massimi livelli. La squadra di De Laurentiis non è però riuscita a trovare continuità, anche a causa delle vicissitudini estive e dagli errori commessi dal presidente dei partenopei. L’Inter ha invece imparato a muoversi all’interno della sua difficile situazione finanziaria, con una società che ha imposto una politica di autosostentamento, grazie alla solidità della propria dirigenza e scelte azzeccate sul mercato.

Operazioni di mercato

L’Inter ha chiuso la sessione estiva di calciomercato con 8 acquisti a titolo definitivo (Sanchez, Thuram, Klaassen, Cuadrado, Pavard, Bisseck, Sommer e Di Gennaro) più il riscatto di Acerbi, le operazioni Frattesi e Arnautovic e i prestiti di Carlos Augusto e Audero. A gennaio è invece arrivato Buchanan a titolo definitivo. I nerazzurri sono riusciti a portare a termine questa importante campagna acquisti soprattutto per merito di otto cessioni realizzate (tra cui quelle di Brozovic e Onana).

Ci si aspettava sicuramente qualcosa di più dal Napoli, alla luce delle numerose difficoltà per una squadra nel riconfermarsi al vertice. Gli azzurri hanno portato a termine l’acquisto di cinque giocatori a titolo definitivo (Lindstrom, Cajuste, Natan, Caprile, Cheddira), più il riscatto di Simeone e il ritorno dal prestito di Zanoli. A gennaio sono arrivati Mazzocchi, Ngonge, Traoré e Dendocker. Tre le cessioni a titolo definitvo, legate a Kim, Lozano e Elmas (il macedone nel mercato invernale), oltre ai prestiti di Zanoli, Zerbin e Gaetano.

Operazioni in entrata Inter

  • Pavard, 30 milioni di euro
  • Frattesi, 33 milioni di euro
  • Arnautovic, 8 milioni di euro
  • Thuram, parametro zero
  • Sommer, 6,75 milioni di euro
  • Sanchez, parametro zero
  • Cuadrado, parametro zero
  • Bisseck, 7 milioni
  • Klaassen, titolo gratuito dall’Ajax
  • Acerbi, riscatto a 4 milioni di euro
  • Di Gennaro, parametro zero
  • Carlos Augusto, prestito a 4,5 milioni di euro
  • Audero, prestito gratuito
  • Buchanan, 7 milioni di euro
  • TOTALE: 95,75 milioni di euro

Operazioni in uscita Inter

  • Onana, 52,5 milioni di euro
  • Brozovic, 18 milioni di euro
  • Lukaku, fine prestito
  • Dzeko, scadenza
  • Skriniar, scadenza
  • Dalbert, scadenza
  • Gagliardini, scadenza
  • Gosens, 15 milioni di euro
  • Bellanova, fine prestito
  • Colidio, 5 milioni di euro
  • Handanovic, scadenza
  • Lazaro, 4 milioni di euro
  • D’Ambrosio, scadenza
  • Mulattieri, 6 milioni di euro
  • Males, 2 milioni di euro
  • Cordaz, scadenza
  • Hoti, 250 milioni di euro
  • Correa, 2 milioni per il prestito
  • Carboni, prestito gratuito
  • TOTALE: 102,75 milioni di euro
Marcus Thuram
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Operazioni in entrata Napoli

  • Lindstrom, 25 milioni di euro
  • Cajuste, 12 milioni di euro
  • Simeone, riscatto a 12 milioni di euro
  • Natan, 10 milioni di euro
  • Caprile, 7 milioni di euro
  • Cheddira, 10 milioni di euro
  • Ngonge, 18 milioni di euro
  • Mazzocchi 3 milioni di euro
  • Traoré, prestito
  • Dendocker, prestito
  • TOTALE: 87 milioni di euro

Operazioni in uscita Napoli

  • Kim, 57 milioni di euro
  • Lozano, 12 milioni di euro
  • Ndombelé, fine prestito
  • Bereszynski, fine prestito
  • Elmas, 25 milioni di euro
  • TOTALE: 94 milioni di euro
Lindstrom, Napoli
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Mercato a confronto

Nonostante un maggiore appeal dato dalla vittoria dello Scudetto e la possibilità di poter spendere liberamente, il calciomercato del Napoli è stato pienamente insufficiente. Pesa il mancato arrivo del sostituto di Kim, mentre Lindstrom è al momento uno dei maggiori flop della Serie A. Alla base di tutto c’è stato l’addio di Cristiano Giuntoli, passato alla Juventus in estate, e grande artefice dello Scudetto insieme a Spalletti.

Al contrario, l’Inter può contare su una solida struttura dirigenziale, guidata da Beppe Marotta: al centro di tutto la programmazione, che permette di preparare con anticipo la vittoria. Con la vittoria dello Scudetto sempre più vicina, per il prossimo anno sono già stati prenotati a parametro zero Zielinski e Taremi. L’intera area tecnica nerazzurra si è presa un notevole vantaggio sulle big che è non facilmente colmabile, vantaggio che invece il Napoli non ha saputo sfruttare.

Settore giovanile

A livello di programmazione, anche i settori giovanili dei due club presentano enormi differenze. L’Inter è la squadra che ha vinto più campionati Primavera (l’ultimo nella stagione 2021-2022), mentre l’ultimo – e l’unico – titolo del Napoli nella categoria risale al 1979. Scavando a fondo sulla questione emergono due situazioni ben distinte.

Il florido vivaio dell’Inter

In estate la società nerazzurra ha affidato a Massimo Tarantino il ruolo di direttore del settore giovanile, con il compito di portare avanti l’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni. Pochi concetti semplici: al centro di tutto lo sviluppo dei singoli e un calcio propositivo. Gli effetti dello sviluppo dei giovani hanno poi avuto effetti concreti sul rettangolo di gioco.

Tra i calciatori impiegati in questa Serie A, ben 22 sono cresciuti nell’Inter, alcuni vestono tutt’oggi la maglia nerazzurra, altri hanno trovato fortuna in giro per l’Italia (vedi Di Gregorio). Inoltre, la crescita del proprio settore giovanile permette di poter generare importanti ricavi tramite la cessione degli stessi calciatori. Dal 2014, la Beneamata è la seconda società di Serie A con il vivaio più redditizio (134 milioni di euro), dietro solamente all’Atalanta (250 milioni).

Federico Dimarco, Inter
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La desolazione del Napoli

In casa Napoli invece sono lontani gli anni in cui De Laurentiis parlava della famosa “scugnizzeria”, modello delle giovanili basato sullo stile del Barcellona. Passi in avanti reali non ne sono mai stati fatti e la società non ha mai fatto mancare i segnali di un totale disinteresse verso quel che non è la prima squadra. Il club azzurro non rappresenta un punto di riferimento per i giovani campani, che spesso trovano fortuna in altre regioni. Nell’ultimo quinquennio la Primavera ha cambiato sette allenatori ed è retrocessa in tre occasioni: tre le vittorie in 28 partite di Uefa Youth League, dove questa stagione è arrivata una pesante sconfitta per 6-0 con il Real Madrid.

Lorenzo Insigne resta l’unico prodotto del settore giovanile a cui sono state concretamente aperte le porte della prima squadra nell’ultimo decennio. La mancanza di presenza sul territorio degli scout del Napoli (per scelte tecniche ed economiche) ha fatto sì che talenti come Gianluigi Donnarumma e Fabiano Parisi venissero intercettati dai radar di altri club italiani.

In Serie A sono appena cinque i calciatori passanti dalle under degli Azzurri. Tra questi troviamo anche Gianluca Gateano: per il classe 2000 avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione, ma fino a gennaio ha collezionato appena 154′ totali di gioco con un gol. Poi il trasferimento al Cagliari, dove ha siglato tre reti in sei presenze (cinque da titolare), diventando un elemento cardine per i rossoblù nella corsa salvezza. Al Napoli serve più coraggio nel credere nei propri giovani.

Gianluca Gaetano, Napoli
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Strategie di merchandising

Alle vittorie sul campo, che hanno contraddistinto Inter e Napoli nell’ultimo biennio, devono andare di pari passo le varie strategie di merchandising. Soprattutto in Italia, dove il calcio è uno dei fulcri identitari e culturali, la sponsorizzazione del brand per una società è essenziale per generare un sentimento d’unione e aumentare l’appeal all’estero, garantendo entrate sicure.

Il rebranding dell’Inter

L’Inter è già una delle squadre più tifate al mondo e nel 2021 ha dato inizio ad una strategia di rebrading, iniziando dal nuovo del logo. Il cambiamento deriva dall’esigenze di aprirsi ad un nuovo pubblico, raggiungere nuove fasce d’età e rendere il brand riconoscibile, mantenendo un forte legame con la tradizione. La società nerazzurra ha riconquistato blasone in campo europeo grazie ai risultati raggiunti in campo, ma c’è stata un’importante data dall’operazioni di marketing.

L’Inter ha abbracciato il panorama digitale ed è stata una delle prime società calcistiche a riconoscere l’importanza dei fan token, che danno ai fan di avere accesso a contenuti esclusivi e godere di esperienze uniche nel loro genere. C’è stato il consolidamento delle partnership con Nike e Paramount, con cui ha dato vita alla creazione di maglie limited edition per celebrare le saghe “Transformers” e “Tartarughe Ninja”.

Grazie al lavoro di Inter Media House la community interista è cresciuta per un totale di 64 milioni di tifosi nel mondo e gli Inter club hanno raggiunto il record di 200 mila membri. Questo lavoro ha permesso alla società nerazzurra di posizionarsi al secondo posto per ricavi complessivi tra sponsor tecnico e merchandising (alle spalle della Juventus), con poco più di 22 milioni di euro.

La crescita esponenziale del Napoli

Negli ultimi anni il Napoli ha dato vita ad una politica di internazionalizzazione del brand, mantenendo però intatto uno dei capi saldi del reparto comunicazione e marketing, il forte legame tra il club e la sua gente. Dagli sponsor regionali alla maglia autoprodotta (che ha permesso alla società di sbizzarrirsi negli ultimi anni), i partenopei hanno registrato un incremento del 40% dei ricavi.

Alla fine del rapporto con Kappa, il Napoli ha intrapreso un percorso di autoproduzione delle maglie da gioco, con l’obiettivo di accrescere i propri ricavi dall’estero e riceve solamente 100 mila euro da Armani per poter apporre il brand sulla divisa. Lo Scudetto e il percorso in Champions dello scorso anno hanno permesso alla società di alzare notevolmente i ricavi: i proventi da merchandising hanno registrato un incremento del 150%, mentre gli altri proventi commerciali del 40%.

Nella speciale classifica dei club italiani per ricavi netti tra sponsor e merchandising, la società di De Laurentiis si posiziona al quarto posto con poco più di 12 milioni di euro, ancora distante da Juventus, Inter e Milan.

Passaggio di testimone

Questa tra Inter e Napoli è più di una semplice partita di campionato. Sarà il confronto tra due modelli societari ben differenti, in grado però di raggiungere il massimo risultato a livello nazionale. Il cammino dei nerazzurri ricorda quello dei partenopei dello scorso anno, una macchina da gol in grado di dominare le partite e con un’incredibile solidità difensiva. Le similitudini sulle gesta in campo si scontrano con le diversità dell’ambiente che li circonda. Ci aspettano 90′ di spettacolo, scaturito dal lavoro svolto dalle società negli ultimi anni.